HATE-SPEECH

Pubblicità in fuga da Google: Wall Street lancia l’allarme

Anche i big-brand Usa, dopo quelli europei, in ritirata da Youtube per timore di danni provocati dall’hate-speech. E gli analisti mettono in guardia: “Possibili ricadute sul business di Alphabet”

Pubblicato il 23 Mar 2017

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Le rassicurazioni e gli strumenti offerti da Google agli inserzionisti per non far apparire le loro pubblicità accanto a contenuti d’odio non sono serviti: alcune grandi compagnie americane, tra cui i colossi Usa della telefonia AT&T e Verizon, si sono unite alle aziende che in Europa nei giorni scorsi hanno rimosso le pubblicità da YouTube e siti web. E il “mal di pancia” di Google sta cominciando a preoccupare anche Wall Street nonostante gli avvertimenti già lanciati dagli analisti.

Sia Mizuho che Bank of America Merrill Lynch mettono in guardia da un possibile impatto sui conti di Alphabet dovuto all’emorragia di inserzionisti che temono che il loro brand venga “associato” a contenuti pericolosi, soprattutto su Youtube.

“Siamo molto preoccupati che i nostri spot possano essere apparsi accanto a contenuti di YouTube che promuovono terrorismo e odio”, ha dichiarato AT&T annunciando la rimozione della sua pubblicità da tutte le piattaforme di Google, a eccezione delle ricerche online.

Stesso annuncio da parte di Verizon. “Quando ci è stato notificato che i nostri annunci apparivano sui siti web non sanzionati – ha detto un portavoce – abbiamo preso misure immediate per sospendere questo tipo di posizionamento degli annunci e abbiamo avviato un’indagine”.

La stessa scelta AT&T e Verizon è stata fatta anche da Johnson & Johnson e da Enterprise Holdings.

La mossa segue quella intrapresa da alcune grandi compagnie in Europa e in particolare nel Regno Unito, dove nei giorni scorsi era scoppiato il caso delle reclame piazzate accanto a video d’estremismo su YouTube. Tra le società coinvolte ci sono L’Oreal, Volkswagen, Renault, McDonald’s e alcune aziende governative britanniche come Royal Mail.

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