ITALIA 2030

Banda ultralarga e cittadinanza digitale per tutti gli italiani, ecco il piano Colao

Il ministro presenta al Cdm il programma coerente con il Digital Compass dell’Unione europea: “internet superveloce negli uffici pubblici, nelle scuole e negli ospedali. Accesso sicuro e semplificato alla PA”

Pubblicato il 25 Mar 2021

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Piena cittadinanza digitale entro il 2026. Al Cdm di oggi il ministro della Transizione digitale, Vittorio Colao, ha presentato il piano Italia Digitale 2030.  

In coerenza con le ambizioni del Digital Compass 2030 che prevede tutte le famiglie connesse con banda ultra-larga, 100% principali servizi al cittadino in digitale, il 5G in tutte le aree popolate, tutti i servizi pubblici online, 80% i cittadini con identità e domicilio digitale, accesso al fascicolo sanitario, l’Italia, ha evidenziato il ministro “accelera sfruttando le risorse del Pnrr attraverso alcune priorità per la transizione digitale della PA”.

“La differenza tra un cittadino che si sente sostenuto dal suo Stato e uno trascurato è quella di sapere di poter essere riconosciuto in maniera semplice e sicura e di ottenere senza attrito ciò che gli spetta – ha spiegato Colao – Con la piena cittadinanza digitale, a cui ambiamo per il 2026, questo sarà possibile per tutti gli italiani e italiane”.

Pilastro per il pieno godimento della cittadinanza digitale è la banda ultralarga. Il piano punta a garantire l’accesso digitale a tutta la popolazione italiana ovunque si trovi, agli studenti di tutte le scuole, a tutti gli operatori sanitari e ai pazienti sul territorio italiano. Per realizzare l’esercizio dei “nuovi” diritti è necessario dunque che chiunque lo voglia possa interagire con la pubblica amministrazione tramite un solo punto di accesso – è il principio del “once only” – che fornisca informazioni, servizi e notifiche e permetta pagamenti e transazioni interamente digitali.

Il collegamento tra sistemi permetterà alla PA a sua volta di essere maggiormente efficiente nell’offrire i servizi e definire politiche pubbliche basate su dati aggregati tempestivamente aggiornati.

Questo può avvenire attraverso l’adozione di infrastrutture digitali in cloud, sicure e efficienti, flessibilmente scelte dalle PA centrali e locali secondo i diversi bisogni, che custodiranno i dati secondo principi di tutela della privacy e di riservatezza del trattamento, ha concluso il ministro.

Altri punti prioritari individuati sono: l’identità, domicilio, pagamenti e notifiche digitali per i principali servizi al cittadino, il fascicolo sanitario omogeneo nazionale, l’interoperabilità dei dati della PA sul principio “once only” ed elevati standard di sicurezza per dati e informazioni.

I punti chiave del piano Italia 2030 erano già stati annunciato da Colao in audizione al Senato sul Pnrr: banda ultralarga per tutti entro il 2026, cloud computing, PA interoperabile, digitale inclusivo, cybersecurity e innovazione “human centered”.

“La transizione digitale è una priorità dell’azione di governo. Con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza abbiamo in programma grandi iniziative di trasformazione, alcune delle quali verranno gestite direttamente dal ministero, altre coinvolgono ministeri dioversi – aveva detto – Stiamo coordinando molti progetti, per il trasferimento delle esperienze, il rafforzamento delle competenze e la razionalizzazione della spesa. Saranno fondamentali il sostegno e l’educazione dei cittadini alla vita digitale, perché questa partita devono poterla giocare tutti. Il piano Next Generation Eu prevede che almeno il 20% degli investimenti sia destinato alla transizione digitale, che nel caso dell’Italia si traduce in circa 40 miliardi: ma per il nostro Paese la cifra sarà considerevolmente superiore, e coinvolgerà le infrastrutture critiche, la sanità digitale e le competenze digitali. Una cifra che dovrà essere impiegata avendo ben chiari gli obiettivi, quindi come fare, in che tempi, privilegiando l’efficienza ed eliminando gli sprechi”.

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