STRATEGIE

Caio: “Agenda digitale, tre le priorità”

Anagrafe unica, identità digitale e fatturazione elettronica. Mister Agenda digitale elenca progetti strategici. E sulle risorse dice: “Bisogna puntare ai finanziamenti di Horizon 2020”

Pubblicato il 06 Set 2013

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Anagrafe dei residenti, fatturazione elettronica e identità digitale. Sono le priorità dell’Agenda digitale elencate da Francesco Caio in un’intervista al Sole 24 Ore. Secondo Caio il Dpcm quadro sull’anagrafe (che ora attende la pubblicazione in Gazzetta ufficiale) permetterà di far partire una pianificazione di dettaglio da parte del gruppo di lavoro interessato composto da ministero degli Interni, Sogei, Agenzia Digitale, Istat, Comuni e Regioni. “Forse non se ne coglie subito la portata – dice – ma rappresenta le fondamenta della costruzione digitale della PA che può dare una vera accelerazione al Paese”.

L’altra priorità è quella della fatturazione elettronica verso la PA. “L’Agenzia diretta da Agostino Ragosa ha già fatto molto lavoro e nel giugno di quest’anno è stato emesso un decreto attuativo che consente di partire con la sperimentazione – ricorda mister Agenda digitale – L’altra priorità, e siamo a tre, è quella relativa all’identità digitale, per semplificare e rendere più sicura l’interazione con la pubblica amministrazione”.

Per quanto riguarda la governance dell’Agenda, sdoppiata tra Agid e Caio, l’Ad di Avio sottolinea che “l’intento del premier Letta era invece proprio quello di far capire la strategicità del tema”.

Sul fronte risorse mister Agenda digitale fa sapere di avere avuto informazioni sul fatto che i 20 milioni sottratti alla banda larga il governo “ ha l’intenzione di provvedere con la Legge di stabilità. Comunque 20 milioni non risolverebbero i problemi della banda larga. Detto questo, il tema delle risorse va tenuto ben presente ma soprattutto in un altro senso”. E qui entrano in gioco i soldi di Horizon 2020. “Per i prossimi sette anni ci sono 80 miliardi di euro dalla Ue destinati al capitolo innovazione per tutti i Paesi membri – ricorda – Occorrerà arrivare all’appuntamento preparati. Così come occorrerà decidere come comportarsi con i 30 miliardi di euro di fondi strutturali destinati all’Italia. Lì è una decisione del Paese e della sua componente politica capire quanta parte di questi dovranno essere pensati per migliorare sul fronte digitale”.

Caio ha poi ricordato come non ci sia solo un’Europa che si irrigidisce attorno ai vincoli di bilancio. “C’è anche un’Europa che pensa in termini progettuali – evidenzia – Un’Europa che vede veramente nell’implementazione dei servizi digitali una condizione essenziale per favorire l’innovazione e le imprese”.

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