IL PROGETTO

Cartella digitale, a Firenze si apre l’era della sanità 2.0

All’ospedale di Careggi parte il progetto che fa leva sull’informatizzazione per migliorare la cura e la comunicazione medico-ospedale-paziente. L’assessore regionale al diritto alla Salute, Saccardi: “Migliorando la collaborazione migliora l’assistenza”

Pubblicato il 02 Dic 2015

Massimo Canorro

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“L’integrazione tra ospedale e territorio, la collaborazione tra medici ospedalieri e di famiglia rappresentano dei punti cardine della riforma alla quale stiamo lavorando. Il progetto Cared va proprio in questa direzione”. Così Stefania Saccardi, assessore al diritto alla salute delle regione Toscana, in merito al progetto pilota avviato presso l’azienda ospedaliera universitaria Careggi di Firenze, che “se funzionerà, potrebbe progressivamente estendersi a livello regionale”, prosegue. Il cuore di questo nuovo sistema di comunicazione integrata è la cartella informatizzata dell’ospedale, che consentirà in via sperimentale ai medici di medicina generale di accedere all’iter clinico assistenziale dei pazienti fin dalle prime fasi del ricovero.

Il sistema non solo avvertirà il medico di famiglia dell’avvenuto ricovero del suo paziente al momento dell’ingresso in ospedale, ma gli darà anche l’opportunità di visualizzare direttamente la cartella ospedaliera dell’assistito. E ancora, il protocollo “Cared” agevolerà l’interazione tra medico di famiglia e il suo collega ospedaliero, attraverso una sorta di chat inserita nella cartella elettronica, creando una comunicazione real time. Nel dettaglio, gli aspetti approfonditi alla base del progetto sono l’impatto della reingegnerizzazione dell’iter di dimissione in termini di riduzione delle riammissioni nei reparti di medicina interna e dei re-accessi in pronto soccorso a trenta giorni, il miglioramento della qualità del lavoro percepita dagli operatori ospedalieri e dai medici di medicina generale, la soddisfazione dei pazienti e dei loro familiari, la comunicazione innovativa con i medici curanti; diventa quindi cruciale il coordinamento tra le figure coinvolte: i medici e gli infermieri, il medico di medicina generale, il paziente e i suoi familiari.

Sintetizzando, se ospedale e medico di famiglia comunicano di più – e pensiamo già al fatto che, di solito, i medici vengono a conoscenza del ricovero di un loro assistito solo dopo il suo rientro a casa – l’assistenza migliora. In questa prima fase, il progetto – che si ispira ad esperienze già avviate negli Stati Uniti – coinvolge 160 medici di medicina generale di sei zone del bacino di utenza dell’ospedale di Careggi (Rifredi-Castello, Statuto-Vittoria, Porta al Prato-Puccini, Novoli-Piagge, Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino); i cittadini che potrebbero essere seguiti sono circa 230mila. “Finalmente un uso avanzato dell’informatica, un’iniziativa che rientra nella medicina personalizzata”, il commento di Antonio Panti, presidente dell’ordine dei medici di Firenze.

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