Apple non si ferma davanti al bug, l’Healthkit arriva negli ospedali

Rimandato il debutto ufficiale della piattaforma per la raccolta e la condivisione dei dati. Ma negli Usa lo Stanford university hospital e Duke university hospital lo stanno già testando

Pubblicato il 24 Set 2014

Apple non si ferma davanti al bug, l’Healthkit arriva negli ospedali

Nonostante l’esordio ufficiale di Apple nel mondo della sanità sia stato rimandato a inizio ottobre causa di un bug che è stato scoperto su Healthkit – al momento sono ferme tutte le app per il sistema di monitoraggio della salute e del fitness che l’azienda californiana ha introdotto nel sistema operativo iOS 8– il colosso di Cupertino starebbe stringendo degli accordi con diverse aziende del settore (tra le quali Athenahealth e Cerner specializzate nella produzione di cartelle elettroniche) per portare l’innovativa piattaforma negli ospedali.

Dunque bug a parte – “stiamo lavorando per correggere il problema tramite un aggiornamento software”, sono le parole di un portavoce di Apple – l’azienda cofondata da Steve Jobs crede molto in questo progetto. Tecnicamente, le Api (Application programming interface) di Healthkit abilitano la comunicazione fra le varie applicazioni per la salute e il fitness. Previa l’autorizzazione dell’utente, ogni app può ricorrere a informazioni specifiche di altre app per offrire una maggiore gestione della salute e del benessere e consentendo al paziente di ricevere cure più mirate. L’obiettivo, dunque, è quello di creare un dispositivo di rete per la raccolta di dati sanitari, come quelli relativi all’attività fisica svolta, al battito cardiaco e all’alimentazione, da mettere a disposizione degli utenti e dei loro medici.

Attualmente lo Stanford university hospital, in California, sta lavorando con Apple per consentire ai medici di monitorare il livello di glucosio nel sangue di bambini diabetici; anche il Duke university hospital, nel North Carolina, sta portando avanti un progetto che consente di monitorare la pressione e il peso di pazienti con tumore e malattie cardiovascolari. “Riteniamo che Healthkit rivoluzionerà il modo in cui il settore sanitario interagisce con le persone”, ha dichiarato il dottor John Noseworthy, presidente e Ceo della Mayo clinic, partner di Apple per lo sviluppo di Healthkit. Parallelamente, l’azienda californiana continua a chiedere agli sviluppatori che lavorano sulle app di non vendere le informazioni raccolte tramite Healthkit a piattaforme pubblicitarie, broker di dati e rivenditori di informazioni, precisando che è vietato l’utilizzo per scopi differenti dalla fornitura di servizi sanitari oppure dedicati al fitness. Di certo quello della privacy sulle app salute è un argomento particolarmente attuale e dibattuto. Anche in Italia, dove lo scorso maggio il Garante privacy, nell’ambito di una vasta iniziativa che ha coinvolto 28 paesi europei, ha avviato un’indagine sul tema. L’intento: individuare i pericoli per gli utenti e a delineare le doverose tutele.

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