Nonostante l’esordio ufficiale di Apple nel mondo della sanità sia stato rimandato a inizio ottobre causa di un bug che è stato scoperto su Healthkit – al momento sono ferme tutte le app per il sistema di monitoraggio della salute e del fitness che l’azienda californiana ha introdotto nel sistema operativo iOS 8– il colosso di Cupertino starebbe stringendo degli accordi con diverse aziende del settore (tra le quali Athenahealth e Cerner specializzate nella produzione di cartelle elettroniche) per portare l’innovativa piattaforma negli ospedali.
Dunque bug a parte – “stiamo lavorando per correggere il problema tramite un aggiornamento software”, sono le parole di un portavoce di Apple – l’azienda cofondata da Steve Jobs crede molto in questo progetto. Tecnicamente, le Api (Application programming interface) di Healthkit abilitano la comunicazione fra le varie applicazioni per la salute e il fitness. Previa l’autorizzazione dell’utente, ogni app può ricorrere a informazioni specifiche di altre app per offrire una maggiore gestione della salute e del benessere e consentendo al paziente di ricevere cure più mirate. L’obiettivo, dunque, è quello di creare un dispositivo di rete per la raccolta di dati sanitari, come quelli relativi all’attività fisica svolta, al battito cardiaco e all’alimentazione, da mettere a disposizione degli utenti e dei loro medici.
Attualmente lo Stanford university hospital, in California, sta lavorando con Apple per consentire ai medici di monitorare il livello di glucosio nel sangue di bambini diabetici; anche il Duke university hospital, nel North Carolina, sta portando avanti un progetto che consente di monitorare la pressione e il peso di pazienti con tumore e malattie cardiovascolari. “Riteniamo che Healthkit rivoluzionerà il modo in cui il settore sanitario interagisce con le persone”, ha dichiarato il dottor John Noseworthy, presidente e Ceo della Mayo clinic, partner di Apple per lo sviluppo di Healthkit. Parallelamente, l’azienda californiana continua a chiedere agli sviluppatori che lavorano sulle app di non vendere le informazioni raccolte tramite Healthkit a piattaforme pubblicitarie, broker di dati e rivenditori di informazioni, precisando che è vietato l’utilizzo per scopi differenti dalla fornitura di servizi sanitari oppure dedicati al fitness. Di certo quello della privacy sulle app salute è un argomento particolarmente attuale e dibattuto. Anche in Italia, dove lo scorso maggio il Garante privacy, nell’ambito di una vasta iniziativa che ha coinvolto 28 paesi europei, ha avviato un’indagine sul tema. L’intento: individuare i pericoli per gli utenti e a delineare le doverose tutele.