L'INTERVISTA

Miele (Regione Lazio): “Agenda digitale, la spending review non ci fermerà”

Il presidente della Commissione Sviluppo Economico e Innovazione assicura: “Il decreto non ostacolerà la realizzazione del progetto open data, pilastro del piano telematico regionale”

Pubblicato il 30 Lug 2012

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La Regione Lazio spinge sull’Agenda digitale, nonostante i tagli previsti dalla spending review. E lo fa accelerando il progetto Open data. A spiegare il valore dell’iniziativa per cittadini e aziende Giancarlo Miele, presidente della Commissione Sviluppo Economico, Innovazione, Ricerca e Turismo della Regione Lazio

Cosa rappresenta per la Regione Lazio l’avvio del progetto Open Data?

Grazie all’approvazione del provvedimento in materia di Open Data, il Lazio si identifica come una delle prime realtà in Italia ad aderire alla Strategia Europa 2020, dimostrando dunque di essere una Regione all’avanguardia anche in questo settore. La legge, assolutamente innovativa ed in linea con il Programma dell’Agenda Digitale stilato dal nostro governo nazionale, pone al centro cittadini ed imprese, con l’obiettivo di mettere in moto un vero e proprio rinnovamento culturale e di rafforzare concretamente le capacità innovative del nostro territorio al fine di garantire un ingente sviluppo economico oltre che una nuova fonte di occupazione. Scendendo nello specifico, con questa normativa il Lazio metterà finalmente a disposizione di imprese, enti e semplici cittadini, l’enorme quantità di dati pubblici finora chiusi nelle stanze delle pubbliche amministrazioni regionali, che potranno essere rielaborati e riutilizzati anche a fini commerciali. Solamente grazie ad una totale apertura al mercato digitale infatti, si potrà dare nuova slancio allo sviluppo economico ed occupazionale della nostra Regione, favorendo al contempo, un’inclusione totale dei cittadini in un’ottica di democrazia partecipativa.

Come contribuirà alla realizzazione dell’agenda digitale?

Approvando la legge in materia di dati aperti e riutilizzo di informazioni e dati pubblici, il Consiglio regionale del Lazio ha compiuto il primo vero passo verso la realizzazione della propria Agenda Digitale. Grazie al provvedimento Open Data infatti riusciremo ad agire concretamente su un duplice fronte. Da una parte si incrementerà, grazie a campagne di sensibilizzazione e corsi di formazione su tutto il territorio, l’attitudine al digitale e all’utilizzo di importanti pratiche quali e-government ed e-payment. Dall’altro invece si garantirà la totale trasparenza della Pubblica amministrazione e si favorirà la partecipazione attiva dei cittadini alla vita pubblica, sostenendo così il principio dell’amministrazione aperta. Tutto questo sarà possibile grazie a numerose intese ad hoc, tramite le quali la Regione Lazio coinvolgerà, oltre ai 378 Comuni, le pubbliche amministrazioni regionali, gli enti, gli istituti e gli altri organismi presenti sul territorio, che a tutto vantaggio dei cittadini della nostra Regione libereranno la materia prima rappresentata dai dati pubblici e dalle informazioni in loro possesso.

Che misure di protezione dei dati saranno messe in campo?

Nell’applicazione del provvedimento normativo ricadono tutti i dati pubblici cioè tutte le informazioni che gli Organismi pubblici della Regione Lazio producono, reperiscono e raccolgono, anche a pagamento. Per spiegarlo semplicemente possiamo dire che facciamo riferimento ai dati metereologici, alle informazioni geografiche e statistiche, ai dati acquisiti tramite progetti di ricerca a finanziamento pubblico o i libri digitalizzati dalle biblioteche. Oggetto di questo provvedimento sono dunque tutti i dati in possesso della Pubblica amministrazione, che non siano quindi soggetti a diritti di terzi. In questo modo si garantisce il pieno rispetto di diritti fondamentali, quali privacy, proprietà industriale o intellettuale, di fatto già tutelati da specifiche normative vigenti.

Chi realizza il portale? In house o privati?

La realizzazione del portale avviene in conformità alle decisioni della Giunta regionale, la quale avrà il compito di emanare, anche con l’ausilio della Commissione che presiedo, la normativa regolamentare e di attuazione della legge Open Data. Dopo aver approvato il provvedimento normativo infatti, di cui mi sono fatto promotore, il Consiglio regionale del Lazio ha votato all’unanimità un Ordine del Giorno tramite il quale si impegna la Giunta regionale a prendere decisioni rispetto la realizzazione del sito web per la pubblicazione dei dati, nel pieno rispetto dei canoni di economicità e di efficienza. L’obiettivo principale che intendiamo perseguire dunque è quello di realizzare un portale del Lazio grazie al quale i cittadini della nostra Regione potranno accedere ai database e alle informazioni messe a disposizione dalle Pubbliche Amministrazioni regionali, ottimizzando i costi e utilizzando anche in questo caso la logica del riuso.

Il decreto di spending review taglia risorse (anche umane) alle regioni. Questo può impattare negativamente sull’implementazione del progetto?

Grazie alla creazione dell’Agenda Digitale del Lazio che, come già sottolineato, rappresenta un momento storico per la trasparenza delle pubbliche amministrazioni regionali, riusciremo sicuramente anche ad ottimizzare i costi, evitando al contempo inutili sprechi e favorendo il principio dell’amministrazione aperta. Avendo simili scopi dunque, non credo che questo provvedimento possa ostacolare in nessun modo la creazione della nostra Agenda Digitale. L’obiettivo ultimo infatti è quello di spostare i servizi della PA in digitale, al fine di creare una valida alternativa al classico ‘sportello’ e far sì che si sviluppino spontaneamente servizi a valore aggiunto, grazie ad iniziative economiche private, che vadano a sommarsi a quelli propri dell’ amministrazione e che contribuiscano così ad ampliare sempre di più l’offerta per i nostri cittadini. Favorendo in questo modo l’utilizzo delle nuove tecnologie ed in particolare del mezzo internet i costi dei servizi diminuiranno sensibilmente.

Quali saranno i prossimi passi del consiglio regionale in tema di agenda digitale?

Uno dei punti di forza della normativa Open Data, che la rende innovativa nel suo genere è rappresentato dalle tante azioni di accompagnamento che la Regione Lazio ha previsto con l’entrata in vigore di questo provvedimento. Al fine infatti di alfabetizzare i cittadini all’utilizzo delle nuove tecnologie, e garantire così un ampio e facilitato accesso ai dati delle Pubbliche Amministrazioni, nel prossimo futuro saranno organizzate numerose campagne di sensibilizzazione oltre che importanti corsi di formazione digitale di cui potranno giovare semplici cittadini, personale di enti pubblici o privati ed imprenditori stessi. Il traguardo che intendiamo raggiungere è quello di superare il cosiddetto cultural divide che ancora purtroppo caratterizza la nostra società. Sono stati inoltre messi in campo finanziamenti pubblici e importanti agevolazioni al fine di sostenere iniziative economiche private volte alla trasformazione dei dati in business e allo sviluppo di prodotti e servizi innovativi. A tal proposito la Regione Lazio ha già messo in campo ben 47 milioni di euro tra Fondi statali e Por Fesr, fornendo così un forte slancio alla creazione dell’Agenda Digitale. Per sostenere poi il settore innovativo saranno ben presto svincolati anche ulteriori Fondi europei. Al contempo inoltre, continueremo a muoverci anche a livello puramente normativo. La Commissione che presiedo sarà infatti l’Organo consultivo della Giunta regionale e dovremo quindi continuare a prendere decisioni importanti, quali la tipologia di formato in cui i dati dovranno essere messi a disposizione o le licenze per il riutilizzo, che sono requisiti fondamentali per il reale compimento dell’amministrazione aperta.

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