PA DIGITALE

PA digitale, affondo Assintel su Piano Triennale: “Rischi per concorrenza”

La denuncia dell’associazione: “I Poli di Conservazione pubblica e il Provider Unico per la e-fattura tagliano fuori le aziende accreditate Agid, contravvenendo alla normativa europea”

Pubblicato il 13 Lug 2017

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Rischi anti-mercato e incronguenze su fatturazione elettronica e conservazione sostitutiva nel Piano triennale per la PA, stilato da Agid e Team per la Trasformaziome digitale. La denuncia arriva da Assintel che annuncia battaglia.

Il primo elemento critico è la nuova costituzione dei cosiddetti Poli di conservazione, sistemi realizzati dalle Pubbliche Amministrazioni per la conservazione perenne degli archivi digitali della PA. La norma crea ambiguità sui perimetri di competenza dei Poli e soprattutto taglia completamente fuori le oltre 70 imprese private accreditate AgID, che hanno speso decine di migliaia di euro per rientrare nel registro e per poterci restare, e alle quali il Cad stesso dà il diritto di fornire questi servizi.

“Proprio per tutelarsi, queste imprese si sono riunite nel gruppo Assoconservatori Accreditati di Assintel, ottenendo fin da subito alcune significative vittorie, commenta Giorgio Rapari, Presidente Assintel, ma è come se ad ogni provvedimento dovessimo aspettarci delle insidie che costantemente tentano di depauperare il mercato”.

Il secondo elemento critico riguarda la fatturazione elettronica B2B ed è emerso in una recente intervista a Luigi Casero, vice ministro dell’Economia e delle Finanze, in cui ventila la costituzione di una fattura elettronica tutta italiana, veicolata da un unico provider di stato (SdI di Sogei) e conservata da un unico ente centralizzato governativo. Se si avverasse, andrebbe contro gli indirizzi di Bruxelles, che tutelano la libera concorrenza attraverso l’idea di access point certificati ma liberi.

La soluzione corretta sarebbe invece l’approvazione di un unico standard di riferimento europeo (Cen), che permetterebbe alle aziende che lavorano con l’estero di avere un solo tracciato, e tanti provider di mercato certificati dall’UE con la compliance Peppol per la trasmissione delle stesse all’Agenzia, e infine una conservazione a norma lasciata al libero mercato attraverso i conservatori accreditati Agid.

La terza criticità è trasversale alle prime due e, per Assintel, ancor più grave: riguarda il fenomeno per cui alcune PA scelgono di crearsi in-house i servizi IT per la fatturazione e la conservazione digitale ma successivamente li rivendono sul mercato con tariffe sotto costo, grazie alle particolari condizioni di tutela in cui operano. “In questo modo – commenta Giorgio Rapari, Presidente Assintel – è come se utilizzassero i soldi dei contribuenti, tra i quali le aziende private IT, per fare concorrenza sleale alle stesse aziende, inquinando di fatto le dinamiche del libero mercato. Per queste ragioni abbiamo in programma una serie di iniziative, anche legali, per difendere i diritti delle imprese e del libero mercato”.

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