Renzi: “Ci rimetteremo in regola con l’Agenda digitale”

Il premier annuncia: “Il semestre europeo sarà l’occasione giusta”. E sottolinea: “Bisogna investire in innovazione tecnologica anche per aiutare le imprese”. Chiesto a Caio un briefing sul dossier rete

Pubblicato il 14 Mar 2014

Federica Meta

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“Proveremo a fare la digitalizzazione. Il semestre europeo è secondo noi un’occasione per rimetterci in regola con l’agenda digitale”. Lo ha detto il premier Matteo Renzi a Porta a Porta, sottolineando anche l’importanza di “investire in innovazione tecnologica” anche per aiutare le imprese.

Secondo quanto risulta al Corriere delle Comunicazioni il premier intende controllare direttamente le politiche per l’innovazione, mantenendo uno stretto controllo sulla governance e l’attuazione. L’idea è quella di farsi affiancare da un team di esperti fidati.

Intanto Francesco Caio annuncia – come anticipato dal Corriere delle Comunicazioni – che il premier “ha chiesto un briefing sul dossier della rete e sull’agenda digitale, che speriamo di poter organizzare entro fine mese”.

“La rete delle telecomunicazioni oggi è l’equivalente della rete elettrica per chi ci ha preceduto – ha detto mister Agenda digitale in occasione della presentazione della relazione dell’Organo di Vigilanza – avere la banda larga oggi ècome avere l’energia elettrica, il futuro passa da qui. E se dovessi dirvi che c’è piena consapevolezza di questo da parte della classe politica, direi una bugia. Consapevolezza ce n’è da parte delle giovani generazioni, l’ha avuto il presidente Letta, ce l’ha il presidente Renzi”.

Il dossier Agenda digitale è sul tavolo del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Derlio, che intende spinge sulla digitalizzazione della PAe sugli open data.

Contestualmente il nuovo governo andrà avanti sulla strada tracciata da Letta e Caio per realizzare i tre progetti chiave – fatturazione elettronica, identità digitale e anagrafe unica – considerati anche da nuovo esecutivo “teste d’ariete” per lo switch off dell’amministrazione.

Altro pilastro del programma Renzi è il sostegno alle start up. L’idea è quella di lanciare una sorta “piano industriale” in grado di mettere a sistema le migliaia di aziende innovative che – ci dicono ancora – possono “cambiare verso all’economia del paese”.

Riflettori puntati anche delle smart city. Tema, questo, particolarmente caro, a Delrio già ai tempi cui era presidente Anci. Secondo il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio “l’Italia è di per sé una nazione smart: la sua bellezza e le sue piazze generano relazioni e connessioni positive. Ma non deve accontentarsi e rinunciare alla possibilità di innovare. Questo Paese deve fare sistema appellandosi a tutte le sue forze”.

Infine – ma non meno importante – le competenze digitali. L’idea in testa al premier è quella di varare finalmente un programma nazionale di formazione che coinvolga scuole, università e imprese da collegare job act. “Internet – fanno sapere dall’entourage di Renzi – ha creato negli ultimi 15 anni 700mila nuovi posti di lavoro ma è considerato ancora la cenerentola dello sviluppo. Non è più accettabile che sia così”.

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