L'INTERVISTA

Toffolo: “A Pordenone la smart city è human”

L’assessore all’Urbanistica del Comune friulano spiega le strategie messe in campo: “Piano regolatore condiviso la chiave di volta”

Pubblicato il 01 Apr 2013

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L’assessore all’urbanistica di Pordenone Martina Toffolo racconta al Corriere delle Comunicazioni gli elementi più importanti del percorso della città.
Come è iniziato il percorso di Pordenone verso la smart city?
“Abbiamo deciso di legare un percorso come quello della realizzazione del nuovo piano regolatore al progetto di smart city, constatando che già esisteva sul territorio una ricca rete di informazioni e una quantità di enti che le producono ma non sono messi in rete. Questo è stato il punto di partenza ma per una molteplicità di temi, dalla sicurezza idraulica all’analisi dell’incidentalità sul territorio, ci è sembrato che in questa prima fase bisognasse mettere in collegamento quanto già prodotto sul territorio piuttosto che partire dal possibile investimento economico in infrastrutture.
Quali fattori avete attivato per raggiungere questo obiettivo?
Uno degli elementi fondamentali, oltre a favorire lo scambio di queste informazioni tra gli enti, è quello di far vivere questa rete con l’implementazione spontanea del cittadino, che è l’utilizzatore più immediato del dato. Su questo fronte ci troviamo di fronte ad una cittadinanza che non è abituata a ricercare il dato né ad usarlo né a trasmetterlo e per questo il processo partecipativo e di condivisione è stato il primo passo da cui partire. L’amministrazione è partita con delle operazioni di trasparenza perché ritenevamo che il primo segnale fosse quello di favorire la ricerca delle informazioni da parte del cittadino
In che modo, ad esempio?
Un esempio è la pubblicazione di tutte le delibere di giunta in tempo reale, sia sull’albo pretorio che sul sito del comune. Può sembrare una banalità ma dal mio punto di vista è un atto di estrema trasparenza che ha modificato i rapporti con la stampa e con i cittadini, perché non si ha più bisogno della mediazione con un soggetto terzo per conoscere gli atti predisposti da chi governa.
Con quale approccio intendete coniugare l’utilizzo dei diversi strumenti di pianificazione urbana?
Stiamo cercando di dividere ma far procedere in parallelo il nuovo piano regolatore ed il piano della mobilità, con ricadute reciproche molto forti. Anche quando siamo stati alla Smart City Exhibition di Bologna ci siamo trovati particolarmente in linea con i ragionamenti sulla Human Smart City. Lavoreremo anche sulla tecnologizzazione del territorio a patto che sia congruente con le possibilità di finanziamento, su cui oggi i comuni presentano estreme difficoltà. Ci siamo molto focalizzati sulla riaccensione della rete naturale degli individui che rendono davvero smart una comunità. La trasparenza del processo decisionale, il superamento del concetto di delega, l’accento sull’alfabetizzazione digitale, l’attenzione sul tema della telemedicina: sono gli elementi che legano un progetto i tecnologico ad un percorso decisionale partecipato di piano regolatore che ridisegna lo sviluppo sociale di una comunità.
Come sarà implementato il tutto nella fase di stesura del piano regolatore?
L’utilizzo del lavoro di partecipazione è uno dei presupposti fondamentali di questa azione.. Le fasi successive non saranno date in delega ma saranno realizzate in stretta connessione con l’amministrazione e col percorso che vede il cittadino protagonista mentre dall’altro lato lavoriamo sull’infrastrutturazione e il suo quadro finanziario. Se anche il Friuli Venezia Giulia entra nei prossimi mesi nel Patto di stabilità purtroppo le nostre possibilità di finanziamento saranno molto limitate.

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