IL CASO

Privacy, sotto accusa la Commissione europea: “Uso scorretto di Microsoft 365”

Si conclude l’indagine dell’Edps: “Violata la normativa sulla protezione dei dati per le istituzioni e gli organi dell’Unione”. Nell’accordo con la big tech non sarebbero state fornite garanzie adeguate per il data transfer extra Ue

Pubblicato il 11 Mar 2024

Privacy, sotto accusa la Commissione europea: “Uso scorretto di Microsoft 365”

La Commissione europea ha violato diverse norme fondamentali in materia di protezione dei dati nell’utilizzo di Microsoft 365. Ad affermarlo è il Garante privacy dell’Ue, l’Edps, a seguito di un’indagine che si è chiusa con la decisione di imporre alla Commissione misure correttive in merito.

Riscontrate “diverse violazioni” e carenza di “adeguate garanzie”

L’Edps, in particolare, fa sapere di aver “riscontrato che la Commissione ha violato diverse disposizioni del regolamento Ue 2018/1725″, la normativa in materia di protezione dei dati per le istituzioni, gli organi e gli organismi dell’Ue, comprese quelle relative ai trasferimenti di dati personali al di fuori dell’Ue e dello Spazio economico europeo (See). L’indagine ha messo in luce la mancanza di “garanzie adeguate da parte della Commissione per assicurare che i dati personali trasferiti al di fuori dell’Ue/See godano di un livello di protezione sostanzialmente equivalente a quello garantito nell’Ue/See”.

Inoltre, nel contratto stipulato con Microsoft, la Commissione non ha specificato a sufficienza quali tipi di dati personali devono essere raccolti e per quali finalità esplicite e specificate quando si utilizza Microsoft 365. Le violazioni della Commissione, in qualità di responsabile del trattamento dei dati, riguardano anche il trattamento dei dati, compresi i trasferimenti di dati personali, effettuati per suo conto.

Imposta la sospensione dei flussi di dati

L’Edps ha pertanto deciso di ordinare alla Commissione la sospensione di tutti i flussi di dati derivanti dall’uso di Microsoft 365 a Microsoft e alle sue affiliate e subprocessori situati in paesi al di fuori dell’Ue/See non coperti da una decisione di adeguatezza. Ha inoltre deciso di ordinare alla Commissione di rendere conformi al regolamento 2018/1725 le operazioni di trattamento risultanti dall’utilizzo di Microsoft 365 da parte dell’azienda.

Conformità entro il 9 dicembre 2024

La Commissione dovrà quindi dimostrare la conformità a entrambi gli ordini entro il 9 dicembre 2024. L’Edps ritiene che le misure correttive imposte “siano appropriate, necessarie e proporzionate alla luce della gravità e della durata delle violazioni riscontrate. Molte delle violazioni riscontrate – puntualizza – riguardano tutte le operazioni di trattamento effettuate dalla Commissione, o per suo conto, nell’utilizzo di Microsoft 365, e hanno un impatto su un gran numero di persone”.

L’Edps, fa sapere in una nota, ha tenuto inoltre conto della “necessità di non compromettere la capacità della Commissione di svolgere i propri compiti nell’interesse pubblico o di esercitare i poteri ufficiali conferiti alla Commissione, nonché della necessità di concedere alla Commissione il tempo necessario per attuare la prevista sospensione dei flussi di dati pertinenti e per rendere il trattamento dei dati conforme al regolamento 2018/1725″.

Necessarie solide garanzie e misure di protezione

“È responsabilità delle istituzioni, degli organi e degli organismi dell’Ue garantire che qualsiasi trattamento di dati personali al di fuori e all’interno dell’Ue/See, anche nel contesto dei servizi basati su cloud, sia accompagnato da solide garanzie e misure di protezione dei dati – afferma il Garante Ue per la privacy, Wojciech Wiewiórowski –. Ciò è indispensabile per garantire che le informazioni delle persone fisiche siano protette, come richiesto dal regolamento 2018/1725, ogni volta che i loro dati sono trattati da, o per conto di, un organo Ue”.

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