Le infrastrutture tlc italiane, che comprendono torri di trasmissione e telecomunicazioni, non convincono più gli investitori. È quanto emerge dalla nuova edizione dell’EY Italy Infrastructure Barometer 2025, che fotografa la fiducia degli operatori e dei finanziatori nel settore infrastrutturale nazionale. Il report, basato su un panel di circa 60 stakeholder tra investitori globali, fondi di private equity e istituzioni finanziarie, evidenzia una disaffezione crescente verso gli asset tradizionali del comparto telco, a fronte di un forte slancio verso data center, cloud e tecnologie emergenti.
Secondo il documento, le torri di telecomunicazione e trasmissione sono tra i cinque asset meno preferiti dagli investitori, insieme a carceri, porti turistici e rimorchi portuali. Le cause principali sono la bassa redditività, la complessità normativa e l’elevato rischio politico e operativo. Un segnale che impone una riflessione profonda sul futuro del settore telco, in un contesto in cui la digitalizzazione e la banda ultralarga dovrebbero rappresentare leve di rilancio.
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Cloud e data center: il nuovo polo di attrazione
In netto contrasto con il calo di interesse per le infrastrutture tlc, il mercato italiano dei data center e del cloud registra una crescita significativa. Secondo EY, sono previsti investimenti per 23 miliardi di euro nei prossimi cinque anni, con una capacità installata che potrebbe raggiungere 1,5 GW entro il 2030. La spinta è trainata da applicazioni ad alta intensità di dati, dall’adozione dell’intelligenza artificiale generativa e dal passaggio dal cloud pubblico a quello privato, scelto dalle aziende per mitigare i rischi informatici e rispettare i requisiti normativi.

Il report sottolinea come il mercato italiano offra multipli di valutazione interessanti, flussi di cassa prevedibili e una complessità operativa relativamente bassa, rendendolo appetibile per gli investitori internazionali. In questo scenario, l’AI si afferma come leva strategica, con il 38% degli operatori che la considera un alleato chiave per la transizione energetica e la resilienza delle reti.
Greenfield e sostenibilità: le nuove priorità
Un altro dato rilevante riguarda la crescente attenzione verso i progetti greenfield. Il 36% degli operatori ha destinato oltre il 30% del portafoglio a iniziative in fase di sviluppo, con l’86% che registra performance in linea con le attese. Questo trend evidenzia una propensione verso investimenti a lungo termine, capaci di generare valore e impatto sistemico.
La sostenibilità si conferma un driver imprescindibile: solo il 13% degli operatori non considera i criteri Esg nella selezione degli asset, mentre cresce l’interesse per temi come carbon neutrality, cambiamento climatico e inclusione sociale. La due diligence Esg non è più un “nice to have”, ma un imperativo strategico. Gli investitori riconoscono che i fattori ambientali, sociali e di governance influenzano direttamente la performance finanziaria e la licenza sociale a operare.
In questo scenario, il settore energetico si conferma il principale ambito di investimento, con il 35% degli operatori che lo indica come priorità, in particolare per quanto riguarda le rinnovabili e l’efficienza energetica. A supporto di questa tendenza, il report EY evidenzia il ruolo dei decreti Fer X e Fer 2, che incentivano lo sviluppo di impianti green, e del meccanismo Macse, pensato per favorire l’adozione di sistemi di accumulo energetico a batteria (Bess) attraverso contratti quindicennali con Terna.
Il ruolo dell’Italia come hub infrastrutturale europeo
Nonostante le criticità, l’Italia si conferma un mercato strategico per le infrastrutture nell’Ue. Il 78% degli operatori valuta la qualità delle infrastrutture italiane in linea con la media europea, con un miglioramento di 11 punti percentuali rispetto al 2024. Tuttavia, l’85% degli intervistati individua nella burocrazia il principale ostacolo agli investimenti, seguita dall’incertezza normativa e dal rischio paese.
Secondo Marco Daviddi, Managing Partner EY-Parthenon Italia, “l’Italia sta accelerando nella modernizzazione delle reti e nella transizione energetica. Cresce l’asset allocation verso progetti greenfield e migliora la percezione della qualità infrastrutturale. Occorre però garantire certezza regolatoria per sostenere l’evoluzione dei progetti”.
Infrastrutture tlc e digital gap: una sfida da ripensare
Il disinteresse verso le torri di telecomunicazione e trasmissione solleva interrogativi sul futuro delle infrastrutture tlc. In un contesto in cui la connettività è sempre più centrale per lo sviluppo economico e sociale, il rischio è quello di amplificare il digital gap, soprattutto nelle aree meno servite. Il report EY evidenzia come gli investimenti si concentrino nel Nord Italia (45%), lasciando indietro il Sud (19%).
Per invertire la rotta, sarà necessario ripensare le strategie di investimento, puntando su modelli di business innovativi, partenariati pubblico-privato e semplificazione normativa. Solo così il settore tlc potrà tornare ad essere competitivo e attrattivo, contribuendo alla crescita del Paese e alla sua trasformazione digitale.
Tecnologie emergenti e nuove leve di crescita
Il report EY evidenzia come l’intelligenza artificiale sia destinata a diventare una delle principali aree di investimento nei prossimi 3-5 anni. Le applicazioni più promettenti riguardano la manutenzione predittiva, la gestione intelligente della mobilità, l’ottimizzazione della domanda energetica e la resilienza delle reti. In parallelo, cresce l’interesse per la sicurezza informatica, l’IoT e l’analisi dei dati.
Nel settore delle infrastrutture tlc, queste tecnologie possono rappresentare un’opportunità per rilanciare l’attrattività degli asset, migliorando l’efficienza operativa e riducendo i costi. Tuttavia, serve una visione strategica condivisa tra pubblico e privato, capace di superare le barriere normative e di creare un ecosistema favorevole all’innovazione.
Verso una nuova agenda infrastrutturale
Guardando ai prossimi 12 mesi, il report prevede un’intensificazione dell’attività di M&A nei settori energetico, dei trasporti e delle infrastrutture core plus/value add. Le infrastrutture tlc, invece, rischiano di restare ai margini, a meno di un cambio di paradigma. La sfida sarà quella di integrare le reti di telecomunicazione con le nuove esigenze di cloud, AI e sostenibilità, trasformando le torri e le infrastrutture passive in nodi intelligenti e multifunzionali.
In questo contesto, la banda ultralarga rappresenta una leva fondamentale, non solo per migliorare la connettività, ma anche per abilitare servizi avanzati in ambito sanitario, educativo, industriale e urbano. Il rilancio delle infrastrutture tlc passa da qui: dalla capacità di evolvere da asset statici a piattaforme dinamiche, in grado di generare valore e impatto.