Il Fntv Global 5G Index 2025 non è solo una classifica tecnica. È una mappa geopolitica della capacità dei Paesi di costruire un’economia digitale solida e competitiva. L’Italia, secondo il report pubblicato su Fierce Network, non figura tra le prime dieci nazioni per maturità infrastrutturale 5G. Un dato che solleva interrogativi strategici, soprattutto in un momento in cui la banda ultralarga è considerata il pilastro per l’abilitazione di servizi AI, IoT e cloud.
Il report evidenzia come la capacità di implementare reti 5G standalone (SA), la copertura geografica, la disponibilità e la velocità reale siano i parametri chiave per valutare la maturità di un Paese. Corea del Sud e Cina dominano la classifica, mentre gli Stati Uniti si collocano appena nella top 10. Germania e Francia sono al 15° e 16° posto. Il Regno Unito scivola al 22°.
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5G Italia: tra potenziale e ritardi strutturali
L’Italia, pur vantando una buona penetrazione della fibra ottica e una crescente attenzione alla digitalizzazione industriale, non riesce a emergere nel ranking globale. Il motivo? Secondo Fntv, la mancanza di una strategia coerente e politiche spettro poco incisive. Il report sottolinea che la dimensione politica è più determinante di quella tecnologica: i Paesi con governance centralizzata e visione infrastrutturale chiara avanzano più rapidamente.
In questo contesto, la banda ultralarga italiana rappresenta un’opportunità non ancora pienamente sfruttata. La transizione verso reti 5G SA, fondamentali per applicazioni industriali avanzate e per l’edge computing, è ancora in fase embrionale. Eppure, è proprio sull’edge che si giocherà la partita dell’AI distribuita e dei servizi digitali di nuova generazione.
Il Sud Globale accelera: il nuovo asse della connettività
Un altro elemento chiave del report è l’ascesa del Sud Globale. Paesi come Turchia, Emirati Arabi, Sudafrica e Brasile stanno investendo massicciamente in infrastrutture 5G, spesso con il supporto di vendor come Huawei e Nokia. Istanbul, ad esempio, si sta affermando come hub tecnologico e telecomunicativo, con una strategia 5G che punta a integrare industria, mobilità e servizi urbani.
Questa dinamica evidenzia un cambiamento di paradigma: non sono più solo le economie occidentali a guidare l’innovazione digitale, ma anche quelle emergenti, capaci di adottare modelli agili e infrastrutture scalabili. Il rischio per l’Italia è quello di restare ai margini di questa trasformazione, se non si accelera sul fronte delle policy e degli investimenti.
Oltre il Wi-Fi: il 5G come standard dominante
Il report “Beyond Wi-Fi: 5G’s Rise to Wireless Dominance” pubblicato da Fntv e Fierce Network Research rafforza questa visione. Secondo l’indagine, il 5G non è più un upgrade tecnologico, ma il nuovo standard di connettività globale, destinato a superare il Wi-Fi in ambito industriale, enterprise e consumer.
La capacità del 5G di integrarsi con AI, IoT e cloud lo rende la spina dorsale della nuova economia digitale. In particolare, le reti private 5G stanno trasformando settori come la logistica, la manifattura e la sanità, offrendo bassa latenza, sicurezza avanzata e gestione intelligente del traffico dati.
Banda ultralarga e 5G: convergenza strategica per l’Italia
Per l’Italia, la sfida è duplice: accelerare la transizione verso il 5G SA e valorizzare la rete in fibra come complemento strategico. La convergenza tra banda ultralarga e 5G è essenziale per abilitare servizi edge, smart city, automazione industriale e sanità digitale. Senza questa sinergia, il rischio è quello di costruire infrastrutture monche, incapaci di sostenere l’innovazione.
Inoltre, il report Fntv evidenzia come la maturità infrastrutturale sia direttamente correlata alla capacità di attrarre investimenti e sviluppare servizi AI avanzati. Senza una rete 5G robusta, l’AI resta confinata nei data center, perdendo il suo potenziale trasformativo sul territorio.
Il ruolo delle telco e delle istituzioni
Il posizionamento dell’Italia nel Fntv Index solleva anche interrogativi sul ruolo delle telco e delle istituzioni. Serve una regia nazionale che coordini gli investimenti, armonizzi le politiche spettro e favorisca la transizione verso il 5G SA. Le telco, dal canto loro, devono superare le logiche di breve periodo e puntare su modelli di rete aperti, scalabili e orientati ai servizi.
Il report suggerisce che la leadership digitale non si costruisce solo con la tecnologia, ma con visione, governance e capacità di esecuzione. In questo senso, l’Italia ha ancora margini di miglioramento, ma anche asset importanti da valorizzare: la rete in fibra, le competenze industriali e un ecosistema innovativo in crescita.