Private 5G come motore della trasformazione industriale e infrastrutturale. È questa la fotografia tracciata dal nuovo rapporto pubblicato da MarketsandMarkets, secondo cui il mercato globale delle reti 5G private crescerà da 3,86 miliardi di dollari nel 2025 a 17,55 miliardi nel 2030, con un tasso medio annuo composto (Cagr) del 35,4%. Un’accelerazione netta, guidata dalla domanda di connettività ultra-affidabile, a bassa latenza e ad alta sicurezza, soprattutto in contesti mission-critical.
Le reti private 5G si stanno affermando come infrastruttura strategica per la digitalizzazione dell’industria, offrendo vantaggi su scalabilità, controllo e integrazione di tecnologie come robotica, IoT, edge computing, AR/VR e intelligenza artificiale. Rispetto alle reti pubbliche, il 5G privato consente un controllo granulare delle performance, dell’allocazione della banda e della governance dei dati, elementi chiave per settori regolamentati o ad alta intensità produttiva.
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Reti industriali, energia e smart grid tra i driver principali
Il report evidenzia come il segmento più promettente sia quello legato alle applicazioni industriali, con Radio Access Network (Ran) in prima linea grazie alla crescente esigenza di bassa latenza nelle comunicazioni macchina-macchina. Ma è il comparto energia e utilities a registrare il tasso di crescita più alto, spinto dalla necessità di monitoraggio in tempo reale, manutenzione predittiva e gestione distribuita delle risorse energetiche.
Le reti private 5G diventano quindi elemento abilitante della trasformazione digitale nelle smart grid, nelle infrastrutture critiche e nella gestione di impianti remoti o in ambienti pericolosi, dove le reti legacy non garantiscono le performance richieste.
Il caso Thames Freeport: modello europeo per il 5G industriale
Un esempio concreto della portata trasformativa del private 5G arriva dal Regno Unito, dove Verizon Business ha selezionato Nokia come partner tecnologico per la realizzazione di reti 5G private in più siti del Thames Freeport, uno dei principali hub logistici e manifatturieri britannici.
L’operazione coinvolge porti, terminal ferroviari e centri di produzione lungo l’estuario del Tamigi, tra cui il DP World London Gateway, il Port of Tilbury e il sito produttivo Ford Dagenham. La rete 5G privata garantirà connettività a prova di futuro per applicazioni ad alta intensità dati come:
- Controllo veicoli autonomi
- Manutenzione predittiva
- Ottimizzazione logistica in tempo reale
- Sensori ambientali intelligenti
- Monitoraggio emissioni e sicurezza sul lavoro
Secondo Martin Whiteley, ceo di Thames Freeport, il private 5G rappresenta «la dorsale tecnologica di una trasformazione che punta a generare valore per azionisti, comunità locali e stakeholder pubblici e privati, con benefici su innovazione, sostenibilità e sviluppo economico».
Nokia fornirà tutto l’hardware e il software, con il proprio Digital Automation Cloud (Dac) e l’edge computing MX Industrial Edge (Mxie), creando un’infrastruttura capace di ospitare soluzioni AI-driven e servizi digitali ad alta affidabilità.
Edge computing e AI al centro della nuova architettura
Uno degli elementi di maggiore interesse nel deployment di Thames Freeport è la combinazione tra private 5G, AI ed edge computing. Il sistema sarà in grado di elaborare dati direttamente in prossimità della fonte (sensori, veicoli, robot), evitando la latenza tipica delle architetture cloud centralizzate. Questo permette analisi in tempo reale, maggiore resilienza e una gestione più efficiente delle risorse.
I benefici non si fermano alla sfera operativa. L’iniziativa mira anche a favorire l’occupazione di qualità, con 5.000 nuovi posti di lavoro previsti entro il 2030, e a creare un modello replicabile per l’integrazione tra tecnologia e rigenerazione economica locale.
Stati Uniti ed Europa guidano l’adozione: ma servono modelli replicabili
Il report segnala che gli Stati Uniti domineranno il mercato nordamericano, grazie agli investimenti in automazione, sicurezza digitale e deployment di Industry 4.0. Ma è in Europa che iniziano a emergere use case ad alta complessità come Thames Freeport, che fungono da blueprint per altri ecosistemi industriali.
In questo contesto, l’Italia può giocare un ruolo chiave, soprattutto nei distretti manifatturieri del Centro-Nord e nei poli logistici del Sud. L’integrazione del private 5G con la banda ultralarga può abilitare applicazioni avanzate nei settori trasporto, energia, agroindustria e smart city.
Integrazione e standardizzazione restano le sfide principali
Nonostante l’entusiasmo del mercato, il rapporto evidenzia alcuni ostacoli. Il principale è l’integrazione con i sistemi IT e OT esistenti. Le reti private 5G devono infatti interfacciarsi con soluzioni legacy spesso eterogenee, richiedendo competenze trasversali su cloud, cybersecurity, edge e orchestrazione delle reti.
Altro tema chiave è quello della standardizzazione, ancora frammentata tra i diversi attori. Serve un maggiore coordinamento su modelli di spettro, Api aperte e gestione multi-vendor, per evitare lock-in tecnologici e garantire interoperabilità su larga scala.