TORRI

Alleanze Rai Way, i “paletti” di Giacomelli

Il sottosegretario alle Comunicazioni: “Bene le integrazioni, ma il 51% deve rimanere in mano pubblica”. Sulla valorizzazione di Inwit: “Occorre lavorare su una dimensione più ampia”

Pubblicato il 01 Ott 2015

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Rai Way deve rimanere per il 51% in mano pubblica. Una volta dato per acquisito questo “punto fermo”, che a suo tempo era stato lo scoglio su cui si era infranta l’Opas lanciata da Ei Towers sulla società delle torri di trasmissione della Tv di Stato, i processi di integrazione che mirano a far crescere l’azienda sono ben visti del Governo. E’ questo il senso del ragionamento di Antonello Giacomelli, sottosegretario alle Comunicazioni, a commento del piano industriale di Rai Way.

“Sono convinto – sottolinea sull’eventualità di integrazioni – che in termini industriali un ragionamento su un dimensionamento più ampio sia logico, ma vale solo nel rispetto del principio del 51 per cento. L’idea di un lavoro sulla dimensione industriale ottimale è un punto di riflessione”.

Ieri Camillo Rossotto, presidente di Rai Way, era tornato sulla vicenda Ei Towers affermando che oggi in Italia non ci sono le condizioni normative e di antitrust per questo genere di consolidamento delle torri broadcasting.

Quanto alle torri Telecom di Inwit, per le quali il Cda della società ha affidato all’Ad Marco Patuano un mandato esplorativo sulla valorizzazione, Giacomelli spiega il suo punto di vista: “Credo che Telecom come gli altri ragioni in termini industriali – afferma – Occorre lavorare su una dimensione più ampia”. Sull’operazione il Governo può esercitare la ‘golden power’, il potere di porre il veto a certe condizioni visto il valore strategico dell’asset.

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