Ancora perdite per 3 Italia. Novari al bivio, tagli in vista

Scendono i ricavi nel 2009. La base clienti è piatta e il passivo è a quota 400 milioni. I sindacati temono nuove riduzioni di personale

Pubblicato il 18 Mag 2010

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E’ l’unico tra gli operatori alternativi a non aver mai
riportato utili. Il poco invidiabile primato di 3 Italia lascia
l’azienda in una situazione difficile, che potrebbe constringerla
a nuovi tagli. Dopo le pesanti perdite del biennio 2007-2008 (con
un rosso di un miliardo l’anno), il 2009-2010 non è andato molto
meglio: resta un passivo di 400 milioni e i ricavi continuano a
restringersi.

Eppure, non si può certo accusare la società guidata da Vincenzo
Novari di immobilismo, come nota Milano Finanza. Le ultime novità
in ordine di tempo sono il lancio di La3, la tv di giochi sul
satellite che raggiunge 150 mila persone al giorno, e
l’iniziativa Grande Cinema 3, cui hanno aderito finora circa 400
mila clienti. Ma sono i risultati a latitare – tanto che lo scorso
novembre si era arrivati a ipotizzare uno “spezzatino” della
società tra Wind (cui sarebbe andata la rete), Vodafone (che si
sarebbe aggiudicata la base clienti) e Telecom (le perdite
fiscalmente detraibili).

Secondo MF, l’azionista, il gruppo cinese Hutchison Whampoa, ha
timidamente previsto un pareggio per fine anno, ma i numeri del
2009 non fanno ben sperare. Lo scorso anno è proseguita la
flessione dei ricavi a 1,64 miliardi, -5% rispetto al 2008, mentre
l’andamento della base clienti si è mantenuto piatto, con una
crescita non superiore al 3%.

Le performance ben poco brillanti hanno già comportato diverse
riduzioni dell’organico, prima con la cessione a Ensi di circa
750 tecnici di rete nel 2005, poi con un piano di esodi agevolati
per altri 250 impiegati nel 2008, e proprio in questi giorni 3 sta
mettendo a punto ulteriori tagli dei costi interni ed esterni, con
conseguente allarme dei sindacati per le possibili ricadute
sull’occupazione.

Novari non potrà permettersi errori nei prossimi mesi, conclude
MF, altrimenti è probabile che l’Italia dovrà dire addio alla
società che ha bruciato tutti nel lancio dell’Umts, ha
introdotto sul mercato italiano il sussidio all’acquisto dei
terminali e ha proposto nuove idee, dalla tv mobile ai social
media.

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