APPELLO A MONTI/1. Fibra, Bertoluzzo: “Entrare nella fase operativa”

Trasformare l’Ict in leva per lo sviluppo. Nella nostra inchiesta abbiamo chiesto a 16 manager quali sono le priorità che il governo Monti dovrebbe portare avanti. Ecco la ricetta di Paolo Bertoluzzo, Ad di Vodafone Italia

Pubblicato il 12 Dic 2011

La Commissione europea ha stimato che un aumento del 10% della
banda larga può produrre un incremento della crescita economica
dell’1,5%. In Italia le telecomunicazioni generano un fatturato
complessivo di oltre 40 miliardi, pari al 2,9% del Pil domestico,
con un’occupazione diretta di circa 130mila persone, e investono
ogni anno circa 6 miliardi di euro. Un settore centrale per
l’economia del Paese, ma che sta attraversando una fase delicata,
evidenziata anche dal taglio di Moody’s dell’outlook sulle
società di Tlc europee, su cui ha pesato il contesto
macroeconomico e le forti pressioni competitive e regolatorie, come
radicale taglio delle tariffe di terminazione mobile. L’Europa è
in ritardo rispetto alle scadenze della Digital Agenda, che prevede
tra i principali obiettivi la copertura a banda larga dell’intero
territorio europeo entro il 2013, e connessioni ultrabroadband per
almeno la metà dei cittadini entro il 2020.

Recentemente il commissario europeo Neelie Kroes si è espressa con
forza sulla necessità di accelerare gli investimenti in Nga
evitando il rischio di tornare ai monopoli degli anni ‘80 e si è
detta aperta a modelli innovativi come il co-investimento con
accesso a pari condizioni per tutti gli operatori e competizione
sui servizi a beneficio dell’industria e dei clienti. Non stiamo
parlando solo di una connessione più o meno veloce, o della
copertura di una quota più o meno ampia di territorio. La vera
posta in gioco, quando si parla di reti Tlc di nuova generazione,
è rappresentata dal livello di interazioni con tutti i comparti
produttivi, dagli oneri di sistema che ne scaturiscono, dai costi
complessivi di produzione più bassi che si traducono in posti di
lavoro: quindi benessere, sviluppo, progresso.

In Italia il settore della telefonia mobile ha continuato ad
investire con fiducia nel Paese, e lo ha fatto in modo
straordinario, come dimostrano la recente asta per l’acquisizione
delle frequenze e gli investimenti in programma per realizzare la
rete di quarta generazione. Sul fronte delle reti in fibra, dopo
oltre un anno e mezzo di iniziative e di confronti a livello
nazionale e locale, è importante ora uscire dal dibattito e
entrare in una fase operativa con un piano ambizioso capace di
attrarre investimenti privati industriali e finanziari per lo
sviluppo delle infrastrutture e del Paese. Abbiamo fiducia che il
nuovo Governo saprà riconoscere e sostenere il ruolo delle imprese
private attraverso politiche coerenti e di lungo termine.

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