Rivedere i contributi amministrativi per incentivare lo sviluppo
della banda larga e trovare nuove forme di investimento per le Ngn,
coinvolgendo i cittadini. Sono le proposte di Assoprovider
contenute nella lettera inviata al ministro per lo Sviluppo
economico, Paolo Romani.
Secondo l’associazione dei provider indipendenti con un’azione
d’informazione e di agevolazione del microcredito sarebbe infatti
possibile coinvolgere direttamente i cittadini nell’acquisizione
dell’ultimo miglio di pertinenza della loro unità immobiliare
(valore stimato attorno ai 500 euro per unità). L’azione avrebbe
un costo di denaro pubblico irrilevante per l’attività
d’informazione e vedrebbe il denaro privato investito in un bene
durevole che accresce l’economia del territorio e il valore
patrimoniale dell’immobile. Contestualmente sarebbe necessario
aggiungere una nuova fascia di contributi amministrativi
concretamente pensati per l'accelerazione dello sviluppo delle
Pmi.
Nel documento si suggeriscono anche misure per la razionalizzazione
dell'utilizzo dello frequenze adeguando i canoni annuali
previsti dall'allegato 10 per l'assegnazione dello spettro
frequenziale a una cifra pari al 50% di quella massima attuale
senza più alcuna forma di sconto quantità.
Ecco il testo completo della lettera.
Ill.mo Ministro Romani,
nei giorni scorsi abbiamo udito indicare da molteplici autorevoli
parti come l'uscita dalla crisi passi anche attraverso la
creazione di un’infrastruttura Ngan. Rappresentando circa 200
dinamiche aziende del settore non possiamo esimerci dal portare il
nostro contributo di conoscenza per contribuire al miglioramento
del mercato delle Telecomunicazioni. Anticipiamo che quanto segue
contiene solo provvedimenti che non comportano né oneri aggiuntivi
né diminuzioni di entrate, e che sono immediatamente
attuabili.
Razionalizzazione Contributi Amministrativi. I
contributi amministrativi previsti dall'allegato 10 del D.lgs.
259/03 (Codice delle Comunicazioni Elettroniche) presentano
disposizioni in contrasto con l'Art. 12 della Direttiva Europea
2002/20/CE e negano, di fatto, la libera concorrenza costituendo
una barriera d'ingresso per migliaia di aziende italiane che si
attendono il pieno rispetto dell’Art. 3 della Costituzione.
Un nuovo imprenditore nel settore delle "reti dati" in
una città con più di 200.000 abitanti, a causa degli attuali
contributi amministrativi, per acquisire il suo primo cliente del
servizio "rete dati" deve versare allo Stato un
contributo amministrativo annuale di 55.000,00 euro (a titolo
informativo e puramente comparativo il settore televisivo è tenuto
al contributo amministrativo per l'1% del fatturato).
Assoprovider ritiene possibile aggiungere una nuova fascia di
contributi amministrativi concretamente pensati per
l'accelerazione dello sviluppo delle Pmi. Tale fascia
contributiva ha un duplice vantaggio consentendo da un lato un
maggiore incasso da parte dello stato nei confronti di nuovi
soggetti e la possibilità di abbattere le fastidiose barriere di
entrata con una nuova regola specifica per le Pmi delle Tlc che
consenta di optare per un contributo correlato al fatturato e non
stabilito in forma fissa. Tale misura ripristina la neutralità
dello Stato nelle dinamiche di concorrenza tra soggetti economici
nel solco tracciato dalla Costituzione.
È nelle Sue facoltà (Art.220 del D.lgs 259/03) modificare per
mezzo di un semplice decreto ministeriale la struttura
dell'allegato 10.
Razionalizzazione dello sfruttamento dello Spettro
Radio. Sempre l'allegato 10 contiene un'altra
norma in aperto contrasto con il principio della neutralità dello
Stato nelle dinamiche concorrenziali tra le aziende.
Una risorsa definita scarsa, come sembra che sia lo spettro radio
secondo quanto previsto dall'attuale allegato 10, è soggetta a
un regime di canoni decrescenti al crescere delle assegnazioni a un
singolo richiedente: in pratica più frequenze sono assegnate a una
stessa azienda e minore è il canone annuale fino a ottenere che,
dall'ottantesima assegnazione in poi, il canone dovuto a
parità di larghezza di banda assegnata è un quarto del valore
iniziale, rispetto al canone applicato a chi ottenga una prima
porzione di spettro.
Se lo spettro radio è una risorsa scarsa, al crescere della
porzione di spettro assegnata a un unico soggetto, dovrebbe essere
maggiore il costo per unità e non il contrario, in alternativa se
la risorsa non è scarsa, non si capisce perché lo Stato dovrebbe
introdurre un’economia di scala invece di lasciare sempre uguale
il costo di ogni porzione unitaria dello spettro.
Assoprovider ritiene importante adeguare i canoni annuali previsti
dall'allegato 10 per l'assegnazione dello spettro
frequenziale a una cifra pari al 50% di quella massima attuale
senza più alcuna forma di sconto quantità.
Assoprovider auspica che il canone per le frequenze “broadcast”
degli operatori televisivi che occupano più del 10% dello spettro
a loro dedicato sia portato dall'1% al 5%.
Finanziamento delle Ngan. Da giorni le analisi
economiche sull’attuale crisi evidenziano quanto sia comunque
elevata la capitalizzazione delle famiglie italiane e al contempo
quanta difficoltà vi sia da parte degli operatori Tlc nel reperire
fondi da dedicare alla Ngan (che per l'80% è costituita dalla
struttura edile dall'ultimo miglio).
Con un’azione d’informazione e di agevolazione del microcredito
riteniamo possibile coinvolgere direttamente i cittadini
nell’acquisizione dell’ultimo miglio di pertinenza della loro
unità immobiliare (valore stimato attorno ai 500 €uro per
unità). Tale azione avrebbe un costo di denaro pubblico
irrilevante per l’attività d’informazione e vedrebbe il denaro
privato investito in un bene durevole che accresce l’economia del
territorio e il valore patrimoniale dell’immobile. Un’azione
che porta benefici alle imprese, al territorio e ai cittadini,
mediante una diffusa attivazione di lavori sostenuti dal credito
privato e non dalla mano pubblica.
Conclusioni
La mancata assunzione di questi provvedimenti, nella forma proposta
o in altre tese comunque a migliorarne l’efficacia, va a
discapito del mercato e impedisce un reale rilancio dell’economia
nazionale in questo settore così decisivo per il presente e il
futuro del nostro Paese. Ciò che chiedono i Paesi Europei e il
mondo imprenditoriale è un progetto d’innovazione che non può
prescindere dall’eliminazione di qualsiasi posizione di rendita,
oltretutto agevolata da norme e leggi anacronistiche oltre che di
dubbia costituzionalità.
Ing. Dino Bortolotto
Presidente di Assoprovider