PUNTI DI VISTA

Banda larga, è arrivata l’ora di passare alla fibra

Tauber (Ftth Council Europe): l’aggiornamento delle reti in rame è troppo costoso e non garantisce i requisiti di accesso Nga. Ecco perchè gli operatori dovrebbero decidere di abbandonarlo

Pubblicato il 30 Mag 2012

Hartwig Tauber, Direttore Generale Ftth Council Europe

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Aziende, PA e utenti ovunque vogliono potere beneficiare delle opportunità offerte da un accesso più veloce. Perché allora gli operatori di telecomunicazioni non offrono ancora reti in fibra ad alta velocità che renderebbero tutto ciò possibile e continuano invece a investire nel potenziamento delle reti in rame?

Secondo il punto di vista degli operatori, continuare a investire nel rame sembra una scelta logica. Vogliono proteggere le proprie reti dopo aver investito su queste per decenni. Gli operatori hanno un interesse acquisito nel mettere un collegamento locale Adsl in rame, dal momento che le connessioni che sono state fornite tempo fa garantiscono un guadagno fisso mensile. Sostituire queste connessioni significherebbe investire denaro nel progettare, scavare, costruire, fare test e manutenzione. Assicurare, invece, una rete in rame permette agli operatori di controllare l’unbundling e, di conseguenza, i concorrenti. Inoltre, gli azionisti si aspettano un ritorno più veloce rispetto a quello che possono portare gli investimenti in fibra.

Comunque, tutte queste sono discussioni a breve termine. Per stare al passo con le richieste di oggi, le reti in rame richiedono aggiornamenti costosi, come gli apparati Dslam per la multiplazione avanzata e le elevate Spese di Gestione per la corrente, per il servizio e per altro ancora. Ma la realtà è che questa tecnologia è già datata e, difficilmente, può venire incontro ai requisiti di accesso di prossima generazione Nga (Next Generation Access) di oggi – per non parlare del domani. Mentre il rame può fare contenti gli azionisti – almeno per il momento – sul lungo termine, i vantaggi della fibra sono significativamente maggiori. Una recente ricerca ha indicato che il costo attuale per posare la fibra è significativamente più basso di quello che le stime precedenti fanno credere. In aggiunta, modelli alternativi di finanziamento, come gli accordi tra Pubblico-Privato e i progetti municipali, offrono possibilità significative per realizzare messe in posa senza il tradizionale coinvolgimento dell’azionariato.

I costi della fibra possono sembrare proibitivi all’inizio, ma l’unico modo per avere una chiara visione della spesa totale è portando un caso reale. Questo dovrebbe comparare la spesa anno per anno dell’aggiornamento della rete in rame con un decennio d’investimento in fibra basato su un’esperienza di 10 anni. In Germania, per esempio, gli investimenti totali degli operatori di telecomunicazioni dal 1998 al 2008 sono ammontati a 82,7 miliardi di euro, compresa la rete wireless, 3G e gli upgrade regolari. Un investimento di questa grandezza sarebbe stato equivalente a uno per una rete in fibra – l’unica alternativa che può garantire supporto per i requisiti di banda larga futuri.

Nel complesso, non è una sorpresa che oggi gli operatori non siano attenti nel comunicare i vantaggi dati dalla più alta velocità ai propri clienti aziendali e privati. Ma la crescente competizione, incoraggiata dagli enti di governo europei e nazionali, le recenti decisioni legislative e i ben studiati Piani Nazionali per la Banda Larga presto potranno forzarli a riconsiderare il proprio punto di vista. Lo stimolo finanziario gioca un ruolo importante in questo, con il finanziamento di 7,2 miliardi di euro della Commissione Europea che fa da leva per gli operatori per migrare verso la fibra ottica.

I sostenitori delle reti in rame potrebbero fare notare che oggi queste reti non sono più quelle di decenni fa. Vero, la loro capacità eccede di molto rispetto alle prime generazioni. Ma queste velocità sono ancora insufficienti per rispondere alla domanda quando tutti gli utenti vogliono nello stesso momento la prestazione più veloce possibile. Quando si arriva a trasmettere dati a elevata ampiezza di banda, come contenuti video su lunghe distanze, non esiste concorrenza. La perdita di dati con la fibra è eccezionalmente bassa e non c’è alcuna interferenza elettrica tra i cavi passivi. In aggiunta, sempre più applicazioni, come il cloud computing, richiedono simmetria di banda larga, che è una elemento insito della fibra. Le reti in rame non possono caricare o scaricare alla stessa velocità e qualità – e questo rappresenta una reale minaccia per lo sviluppo di servizi sanitari ed educativi che la società di domani semplicemente dovrà avere per mantenere gli standard di vita di una popolazione in forte crescita e longeva.

La richiesta di nuovi tipi di servizi e con più alta qualità continua a crescere, insieme con il numero di dispositivi connessi, sia nelle regioni urbane sia in quelle rurali. Sebbene l’Europa sembri essere a metà strada verso la fibra ottica, le indagini indicano che la fibra sta crescendo più velocemente che negli anni passati. L’aumento non dipende interamente da quello che il cliente vuole, ma maggiormente dalla strategia dell’operatore. E con la fibra, un operatore medio può generare il 46% in più del guadagno medio per utente e aumentare i livelli al 93%. C’è un’ innegabile, crescente domanda di fibra ottica che offre agli operatori un’opportunità per spingere in maniera significativa l’ARPU – possibilmente anche con l’aiuto dei fondi europei.
La fibra ha più alta capacità di dati, è più resistente, impossibile da inserirsi senza causare un’attenuazione evidente. La fibra occupa meno spazio e – sebbene la parte elettronica associata sia inizialmente costosa – a lungo termine è più economica del rame. Davvero, non c’è ragione di rimandare l’inevitabile.

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