IL PROGETTO

Banda ultralarga, alleanza Assoprovider-Legacoop: si punta a raggiungere le aree più emarginate

Raccogliere le adesioni dei cittadini per dare vita a gruppi interessati a utilizzare le risorse frequenziali, cavidotti, fibra, necessari per connettersi ai servizi di Tlc. Si parte dai centri dell’Umbria colpiti dal sisma, poi la Puglia

Pubblicato il 05 Feb 2018

A. S.

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Portare la banda ultralarga e la fibra ottica anche nelle aree a fallimento di mercato, dove le grandi telco hanno meno interesse a investire: è lo scopo della partnership siglata da Assoprovider, associazione dei provider indipendenti, e Legacoop. I primi test verranno effettuati nelle aree terremotate dell’Umbria, per poi passare alla Puglia. Tra le prime azioni, si legge in una nota, ci sarà quella di raccogliere le adesioni dei cittadini per la creazione di gruppi interessati a utilizzare le risorse frequenziali, cavidotti, fibra, necessari per connettersi a servizi di telecomunicazioni.

“Questo accordo – spiega Giovanbattista Frontera, vicepresidente di Assoprovider – è figlio delle battaglie che Assoprovider ha compiuto negli anni per permettere alle cooperative di presentarsi sul mercato come operatori di comunicazione e offrire servizi Internet. Con Legacoop supportiamo quei cittadini e quelle imprese che si organizzano in cooperative per favorire la distribuzione di banda ultralarga su territori a fallimento di mercato. Assoprovider mette il suo know-how tecnico e la sua esperienza, mentre Legacoop offre la sua rete capillare di cooperative sul territorio”.

“Per noi è fondamentale – aggiunge Carmelo Rollo, vicepresidente di Legacoop nazionale – che l’offerta dalla banda larga raggiunga tutti i territori, anche le aree interne dove per le grandi compagnie è meno vantaggioso investire, affinché l’innovazione possa offrire a tutti maggiori opportunità”.

Nell’idea di Legacoop e Assoprovider, le cooperative si presenteranno come gruppi di acquisto di servizi Internet. Come soci della cooperativa – spiega il comunicato – potranno godere di diversi vantaggi, come, per esempio, avere più potere contrattuale nei confronti di tutti gli operatori inclusi i big player del mercato e cambiare più agevolmente operatore, se non soddisfatti dei prezzi e della qualità dei servizi. I vantaggi sono anche per gli operatori stessi che potranno farsi concorrenza senza rendite di posizione o monopoli.
“L’accesso alla rete è una questione di democrazia perché garantisce l’uguaglianza tra i cittadini – spiegano le due associazioni – Lo Stato deve adottare le misure necessaire per garantire ad ogni singolo individuo o qualsiasi organizzazione di realizzare in modo autonomo qualunque servizio digitale Ict, soprattutto a quelli che operano in territori dichiarati a fallimento di mercato dagli operatori economici finora autorizzati. L’accordo segue questa strada”.

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