L’obiettivo è ambizioso: replicare in Italia le performance ottenute sulla piazza “domestica”, quella tedesca, dove Fritz!, precedentemente nota come Avm, detiene oltre la metà del mercato dei modem e dei router, per la precisione il 51% (fonte: YouGov).
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La leva del “Made in Europe”
Le premesse teoriche, del resto, ci sono, specie se si considera la crescente attenzione ai temi della cybersecurity e della sovranità digitale, tendenza che Frizt” intende per l’appunto cavalcare per spingere telco, system integrator e installatori a puntare sul “Made in Europe” per quanto riguarda i bundle da offrire insieme ai servizi di connettività.
“In un contesto in cui fibra ottica e Fwa garantiscono prestazioni sempre più elevate, lo sforzo sarà quello di convincere i nostri partner a proporre ai clienti una soluzione non solo all’altezza dei nuovi standard di connettività, ma anche sicura e affidabile, grazie alla qualità di un sistema operativo che viene aggiornato costantemente”, spiega a CorCom Luca Venturi, head of Telco and B2B, Fritz! Italy. “Il nostro obiettivo? Diventare la Apple dei router”.
Per Fritz! i router costituiscono il primo livello infrastrutturale della rete globale, e per questo dovrebbero essere considerati parte integrante di una strategia di sovranità digitale europea.
Il dibattito pubblico, in effetti, si concentra principalmente su cloud e intelligenza artificiale, ma non va dimenticato il ruolo che giocano hardware e software rispetto alla sicurezza dei punti di accesso. Se n’è parlato qualche giorno fa, in occasione del Summit on European Digital Sovereignity che si è svolto il 18 novembre a Berlino, ed è anche sull’onda delle considerazioni emerse durante la conferenza che l’azienda intende costruire la propria strategia italiana.
Le aspettative sull’hardware di connettività: la ricerca YouGov
“I risultati di una recente ricerca che abbiamo commissionato a YouGov ci dicono d’altra parte che il 90% degli intervistati dichiara di avere fiducia nei prodotti ‘Made in Europe’, in quanto devono rispondere agli elevati standard di sicurezza e la conformità a normative più stringenti rispetto ai competitor russi o del Far East”, dice Venturi.
La ricerca di YouGov – condotta ad agosto 2025 su un campione di 5.209 persone in Italia, Regno Unito, Austria, Svizzera e Paesi Bassi – ha indagato anche l’utilizzo della tecnologia di connessione a Internet, e per quanto riguarda l’Italia emerge che il 62% degli intervistati utilizza la connessione in fibra per navigare in Internet, il 18% la Dsl e il 7% una connessione mobile.
In Italia, inoltre, si conferma un’elevata propensione degli utenti a scegliere la miglior tecnologia presente sul mercato e preferire la comodità di ricevere il modem router fornito in bundle con la connettività fornita dagli Internet Service Provider, ma parallelamente, circa il 20% degli intervistati dichiara di comprare un router diverso, in grado di rispondere ad esigenze sempre più elevate in termini di Wi-Fi, sicurezza e semplicità d’utilizzo in tutti gli ambiti che siano consumer o business.
Il nodo del “modem libero”
Si tratta di un trend che potrebbe accelerare nel momento in cui, anche in Italia, venissero rivalutate le attuali restrizioni alla libertà di scelta delle apparecchiature terminali per Ftth e Fwa, basandosi sulle linee guida del Berec e tenendo conto dell’evoluzione tecnologica e del mercato. Il tema è quello del “modem libero”, ovvero non imposto dagli Internet Service Provider nel momento in cui installano una linea ultrabroadband in casa o in azienda.
Qualche mese fa Agcom ha avviato un procedimento finalizzato alla definizione del punto terminale di rete (Network termination point, Ntp) per i servizi di accesso alla rete Internet da postazione fissa. Nell’ambito del procedimento è stata quindi indetta una consultazione pubblica per raccogliere dagli stakeholder osservazioni e valutazioni sul posizionamento del Ntp per le diverse tecnologie.
La libertà di scelta degli utenti è del resto ribadita in più punti del Regolamento europeo sulla neutralità della rete, a partire dal considerato n. 5, che recita “Quando accedono a Internet, gli utenti finali dovrebbero essere liberi di scegliere tra vari tipi di apparecchiature terminali, quali definite nella direttiva 2008/63/Ce della Commissione. Al riguardo, le Linee guida del Berec precisano che il diritto di scegliere una data apparecchiatura terminale riguarda tutte le apparecchiature d’utente direttamente o indirettamente connesse all’interfaccia di una rete pubblica, l’Ntp per l’appunto
“Stiamo aspettando i risultati del procedimento”, chiosa Venturi. “Si tratta di un passaggio importante non solo per noi, ma essenziale per rimuovere gli ultimi ostacoli alla piena applicazione della delibera che ha introdotto per gli utenti italiani, nel 2018, la libera scelta dei dispositivi di rete come modem e router, senza più il vincolo di utilizzare quelli forniti dall’operatore”.








