Il progetto per la banda ultralarga “entro il prossimo mese sarà completato al 98%, mentre proseguono gli interventi di posa di una rete in fibra grazie a misure del Pnrr“. Lo ha affermato il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso intervenendo alla 42esima assemblea dell’Anci, di scena a Bologna.
Il Paese”, ha continuato Urso, “sta completando la sua rete a fibra ottica, che accanto alla rete elettrica è una delle più performanti al mondo. Inoltre l’Italia sta diventando sempre più un hub dei grandi cavi sottomarini a fibra ottica che congiungono l’Europa al sud del mondo e in un modo specifico al sud-est dell’Asia”.
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Renna: “Il tema dei dati è centrale”
L’infrastruttura, però, non è tutto, quando si parla di affidabilità. All’evento dell’Anci ha partecipato anche Walter Renna, amministratore delegato di Fastweb+Vodafone. E il manager ha puntato i riflettori sul tema della gestione dati, che “è centrale” perché “le amministrazioni locali ne gestiscono di molto sensibili e critici. Dove finiscono questi dati è un tema di sicurezza che pone la questione del sovranismo digitale: i dati che non risiedono in Italia sono a rischio, perché potrebbero essere filtrati e tornare nei Paesi dei provider”.
Dati “molto sensibili come quelli anagrafici, quelli sul trasporto, sui servizi sociali, non devono uscire dal territorio nazionale: devono essere protetti e devono stare sotto controllo dell’amministrazione”, ha rimarcato Renna.
In attesa del sì alla proposta di revisione del Piano Italia a 1 Giga
L’annuncio di Urso arriva proprio mentre dovrebbe essere attuata la proposta di revisione del Piano Italia a 1 Giga. A fine settembre, infatti, la cabina di regia per il Pnrr ha approvato un pacchetto di misure che mirano ad allungare i tempi di attuazione senza però perdere i fondi.
Il governo ha inviato il 10 ottobre la proposta alla Commissione europea per giungere a un via libera dell’Ecofin atteso proprio in queste ore. A fine mese è invece previsto il dibattito in Parlamento.
Dalla Commissione, secondo quanto riportato dal Messaggero, è già arrivato un primo via libera preliminare e tecnico alla proposta di revisione del Pnrr. Sarà l’ultima rimodulazione del Recovery italiano e dovrà favorire la volata finale per attuare il piano entro la scadenza tassativa dell’estate del prossimo anno. Una parte delle risorse, però, potrà vivere anche dopo il prossimo agosto, dando maggiore flessibilità alla gestione dei fondi.
Rispetto all’infrastrutturazione ultrabroadband, per mantenere l’ambizione in termini di connettività digitale, viene introdotto un Fondo Nazionale Connettività a integrazione dell’attuale misura Italia a 1 Giga, da rimodulare. Si tratta di uno strumento finanziario che assicura la disponibilità di risorse per una nuova gara volta a completare il collegamento a 1 Giga per i civici nelle aree grigie, a supporto della transizione digitale sull’intero territorio nazionale.
Il piano del governo
Negli scorsi mesi il sottosegretario all’Innovazione, Alessio Butti, aveva delineato il piano del governo per “salvare” i fondi del Piano Italia a 1 Giga. La base di partenza è stata la comunicazione da parte di Open Fiber di garantire, entro la scadenza del 30 giugno 2026, la copertura di oltre 700 mila numeri civici su circa 2,2 milioni totali aggiudicati all’operatore.
Per assicurare la copertura agli oltre 700 mila civici lasciati da Open Fiber, il governo italiano, con il via libera Ue, intende utilizzare le economie generate da Italia a 1 Giga e da altri piani gestiti dal Dipartimento: circa 700 milioni per programmare due nuovi piani di copertura.
Il primo, con l’obiettivo di coprire circa 580mila civici sulla falsariga di Italia a 1 Giga, aveva spiegato Butti, “avrà il vantaggio temporale di non essere più vincolato al 2026 ma agli obiettivi europei del Digital decade, quindi al 2030”. Il secondo prevede l’uso di 145 milioni per l’adozione del modello di copertura ibrida con il satellite, sperimentato in Lombardia.
“In particolare”, aveva precisato Butti, “95 milioni verrebbero utilizzati per collegare oltre 80mila utenze espunte dal piano originario, quelle delle zone più remote, utilizzando il satellite per il backhauling e completando il collegamento con tecnologie terrestri”.



































































