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Bankitalia nel capitale di Tim: è in quota con l’1,011%

È quanto emerge dalle comunicazioni Consob. Partecipazione diretta, gli acquisti risalgono al 16 settembre. Cosa bolle in pentola?

Pubblicato il 23 Set 2020

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La Banca d’Italia è nel capitale di Tim con l’1,011% di quota. È quanto emerge dalle comunicazioni Consob relative alle partecipazioni rilevanti da cui si apprende che gli acquisti risalgono al 16 settembre scorso e che la partecipazione è diretta.

La discesa in campo di Bankitalia arriva in un momento strategico per l’azienda che ha appena annunciato la newco wholesale FiberCop, con Kkr e Fastweb (e Tiscali con il ruolo di partner commerciale per il momento) ma che soprattutto lavora ad AccessCo, il progetto di rete unica che prevede l’integrazione degli asset di Open Fiber e che vede in campo Cassa Depositi e Prestiti al fianco della telco. Il progetto è ancora tutto da costruire: nei giorni scorsi sul tavolo del cda di Enel, azionista al 50% di Open Fiber, è arrivata l’offerta del fondo Macquaire per rilevare la quota in capo alla energy company per un controvalore di 2,65 miliardi (a cui va aggiunto un miliardo di debito) che corrispondono a una valutazione della società pari a 7,3 miliardi di euro.

L’Ad Starace ha comunicato che ci vorranno alcune settimane per esaminare l’offerta e prendere una decisione. Ed anche il governo sarebbe impegnato nella trattativa attraverso Cassa depositi (l’altro azionista di Open Fiber) e punterebbe a ottenere la maggioranza in seno a Open Fiber per consentire poi di mandare avanti il progetto AccessCo. Sempre a patto che Macquaire sia disposto ad accettare di scendere sotto il 50%.

Da parte sua l’Ad di Tim Luigi Gubitosi si è dato sei mesi di tempo per arrivare all’accordo e dare il via alla newco. In questi giorni i vertici di Vodafone, WindTre e Sky hanno incontrato Tim e Cdp e hanno ribadito la necessità di una newco “indipendente e neutrale” che non preveda la maggioranza in capo a un operatore verticalmente integrato, alias Tim, che invece vuole mantenere la proprietà della rete pur accettando una governance a guida “pubblica” a garanzia della competizione.

Il dibattito sulla rete unica ha anche varcato i confini nazionali: se è vero che al momento non c’è alcun dossier all’esame della Ue, a Bruxelles gli uffici di Tim e Open Fiber si sono mossi per discutere la questione ai piani alti dell’Europa per capire quale possa essere la posizione dell’Europa in merito. Il nuovo Codice delle Comunicazioni elettroniche punta sul modello wholesale e su quello del co-investimento per l’accelerazione dei progetti di infrastrutturazione. Ed è proprio sul co-investimento che fa leva il progetto Tim-Cdp, aperto a tutti gli attori interessati a scendere in campo. RaiWay nei giorni scorsi ha espresso interesse a valutare un eventuale partecipazione nella newco.  

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