BANDA ULTRA-LARGA

Bassanini (Cdp): “Modello Terna per la Ngn”

Il presidente della Cassa Depositi e Prestiti ipotizza la creazione di un operatore terzo per la gestione della nuova rete. E ribadisce: “In Italia la strada per realizzare la banda ultra-larga è il coinvestimento” E su Telecom Italia: “L’azienda ha difficoltà a investire”

Pubblicato il 19 Lug 2012

Federica Meta

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Un modello Terna per la rete in fibra ottica. Lo ha ipotizzato oggi il presidente della Cassa Depositi e Prestiti, Franco Bassanini, intervenendo ad un convegno di Glocus.

“Si tratta – ha puntualizzato Bassanini – di un modello interessante che prevede la nascita di un operatore terzo, ma partecipato dalle compagnie che hanno investito nella nuova rete, e a cui parteciperebbe anche la Cdp o, in alternativa, il Fondo Strategico italiano”. In questo quadro l’investimento pubblico andrebbe ad attivarsi esclusivamente nelle aree a fallimento di mercato.

Bassanini ha dunque ribadito che la strada per realizzare in Italia la rete di nuova generazione è quella del co-investimento. “Serve – ha detto – mettere a fattor comune le possibilità di investimento di Telecom Italia, che possiede l’infrastruttura e ha già elaborato un piano di investimenti per le Ngn, Metroweb insieme alla disponibilità del Fondo Strategico italiano”.

Telecom d’altronde non ha la possibilità da investire da sola nella nuove rete, ha ricordato. “La compgnia si trova, per responsabilità che non riguardano gli attuali amministratori, ad avere difficoltà a finanziare piani aggressivi di investimenti per la rete e ad avere un indebitamento consistente per passati leveraged buyout. L’ex monopolista, inoltre, lavora in settori in cui impegna risorse consistenti a causa della sfida competitiva che è costretta ad affrontare nel settore mobile in Brasile e in Italia. Di conseguenza è difficile pensare che la forte accelerazione dell’infrastruttura della rete della banda larga possa venire solo da Telecom”.

Secondo il presidente della Cdp la rete è uno dei fattori abilitanti alla realizzazione dell’Agenda digitale ma questo non vuol dire che la fibra sia necessaria dappertutto.

“La fibra ottica, sia nella modalità Ftth sia nelle Fttb– ha spiegato – deve inserirsi in un sistema che preveda un mix tecnologico in grado di coprire le aree laddove non è possibile portare le banda ultralarga fissa, con tecnologie mobili come ad esempio l’Lte”.

Sul versante dell’Agenda digitale, Bassanini ha sottolineato la capacità anti-ciclica dell’innovazione. “Per recuperare competitività e ricominciare a crescere le politiche di austerity non bastano: in Italia non siamo in grado di mettere in campo politiche keynesiane di sostegno alla domanda pubblica, possiamo però stimolare la crescita investendo in innovazione. Ma dobbiamo farlo in tempi rapidi”.

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