Beauty contest, ora lo attacca anche il Financial Times

“Il governo italiano rinuncia a reperire fondi”, scrive il quotidiano finanziario descrivendo il processo che assegnerà gratuitamente frequenze alle emittenti. Nessuna parità di trattamento per telco e tv

Pubblicato il 26 Set 2011

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Nessuna parità di trattamento, in Italia, fra telco e emittenti
tv. Lo sottolinea il Financial Times che in un articolo prende di
mira il beauty contest con il quale sei frequenze verranno
assegnate gratuitamente alle emittenti che, secondo uno comitato
ministeriale (di fresca nomina), vantano una serie di requisiti.
Peccato che, annota il giornale britannico, quelle cinque più una
frequenza valgano almeno 2 miliardi di euro. Ma forse qualcosa in
più considerando che lo Stato può già contare, grazie ai soli
sei lotti in banda 800 Mhz, su oltre 3 miliardi che saranno
incassati dalle Tlc.

Il governo italiano, dice il giornale, ha respinto una proposta
dell'opposizione (Pd) che chiedeva un'asta competitiva
anche per le frequenze da riassegnare alle tv. Alla maggioranza,
scrive il giornale, viene imputata la decisione di estendere anche
nel campo del digitale terrestre il duopolio Rai-Mediaset rendendo
ardua la partecipazione all'asta di soggetti esterni: Sky
Italia potrà accedere all'assegnazione di una sola delle
cinque frequenze disponibili.

Le tv nazionali – con Mediaset e Rai a cui è stato riservato il
lotto B della gara – grazie al beauty contest otterranno
gratuitamente frequenze già libere. Inoltre potranno, tra cinque
anni, rivendere le frequenze pubbliche senza nessun vincolo. Al
contrario gli operatori Tlc sono sottoposti a vincoli per il
trading delle frequenze. Il bando d'asta impone infatti alle
telco di non cedere a terzi le frequenze acquistate “senza previa
autorizzazione da parte del ministero” e senza prima avere
completato le reti 4G.

Come fa notare l'ex ministro alle Comunicazioni Paolo
Gentiloni, sentito dal quotidiano finanziario, il beauty contest
rischia di non onorare lo scopo originario per il quale era stato
richiesto dalla Commissione Ue. E cioè l'apertura del mercato
televisivo a nuovi entranti: "Il duopolio analogico – dice
Gentiloni – sarà trasferito al digitale".

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