Tim torna a brillare a Piazza Affari. Dopo la pesante flessione della scorsa settimana, legata allo stop da parte di Iliad a un’ipotesi di fusione, il titolo rimbalza con un +2,03% a 0,4179 euro, tra i più positivi del listino Ftse Mib. Il catalizzatore della ripresa è l’aumento della quota detenuta da BlackRock, che ha superato la soglia del 5% del capitale, salendo al 5,1% rispetto al precedente 4,977%.
Secondo quanto emerge dalle comunicazioni, la partecipazione comprende il 3,585% di azioni con diritto di voto, l’1,1% di potenziali partecipazioni e lo 0,414% di altre posizioni lunghe con regolamento in contanti. Si tratta, sottolineano gli esperti, di una mossa significativa per un fondo long-only come BlackRock, che tradizionalmente opera con strategie di lungo periodo.
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La lettura degli analisti: fiducia e prospettive di stabilità
Gli analisti di Intermonte hanno interpretato la salita del colosso americano come un chiaro “segnale di fiducia sulle prospettive del titolo” Tim. A sostenere queste prospettive, spiegano, concorrono diversi fattori: in primo luogo, la maggiore stabilità dell’assetto azionario grazie alla presenza di Poste al 24,8% del capitale. In secondo luogo, le potenziali evoluzioni legate alla conversione delle azioni di risparmio e alle possibili sinergie industriali con PosteMobile.
In questo scenario, la partecipazione rafforzata di BlackRock non rappresenta soltanto un investimento finanziario, ma anche, secondo gli addetti ai lavori, una scommessa sulla capacità di Tim di mantenere e rafforzare il suo ruolo sul mercato italiano, nonostante le difficoltà e le incertezze che caratterizzano il settore delle telecomunicazioni.
Il no di Iliad e le ripercussioni sul mercato
Il tema delle alleanze e del conslidamento del mercato delle Tlc resta centrale. Negli ultimi mesi, infatti, le voci su una possibile fusione tra Tim e Iliad avevano acceso le aspettative degli investitori. Tuttavia, Benedetto Levi, Ceo di Iliad Italia, ribadisce in un’inervista a MilanoFInanza che con Tim “la trattativa è finita” e che attualmente la strada è “totalmente chiusa”. Levi chiarsce che per Iliad il consolidamento è sempre stato un’opportunità e non una necessità, lasciando comunque uno spiraglio di incertezza sul futuro: “quello che potrà succedere – sottolinea – nessuno lo sa mai”.
Il manager esclude, inoltre, almeno per il momento, sviluppi concreti con Wind Tre, ribadendo la volontà del gruppo di crescere in maniera organica e senza deviare verso settori non core, come l’energia o le assicurazioni. In prospettiva, Iliad guarda piuttosto all’asta per le frequenze del 2029, auspicando chiarezza regolatoria e una maggiore collaborazione pubblico-privato.
Il contesto: Iliad cresce, ma dice addio a Tim
La chiusura della porta a Tim arriva in un momento positivo per Iliad in Italia. Nel primo semestre del 2025 la società ha registrato la migliore performance commerciale dal 2023, con 287 mila nuove sottoscrizioni mobili che hanno portato la base utenti a 12,1 milioni. Anche nel segmento Ftth la crescita è solida, con 32 mila nuovi clienti che portano il totale a 421 mila, confermando Iliad al primo posto per saldo netto di utenze.
In questo contesto di espansione, l’amministratore delegato Thomas Reynaud aveva messo fine alle speculazioni durante la conference call con gli analisti alla fine di agosto: “non abbiamo più alcuna discussione con Tim dall’inizio di aprile e non riprenderanno”, aveva dichiarato. La strategia del gruppo sembra ormai orientata a consolidare la propria presenza autonoma sul mercato italiano, mentre in Francia si valutano opportunità di integrazione con Sfr.
Il punto di vista di Tim e le ipotesi alternative
Dal canto suo, l’amministratore delegato di Tim, Pietro Labriola, commentando i conti del secondo trimestre di Tim, aveva riconosciuto che le fusioni non sono “l’unica soluzione per rendere il mercato più efficiente”, ricordando che i maggiori costi per gli operatori sono legati ai canoni di concessione e all’energia elettrica. Da qui l’apertura a forme di network sharing, che potrebbero garantire risparmi e maggiore efficienza, anche senza arrivare a un consolidamento societario.
Gli analisti di Intermonte, in linea con questa visione, non escludono che in assenza di un accordo con Tim, Iliad possa rivalutare le proprie mosse, magari optando per forme di condivisione delle reti. Un’ipotesi che ridurrebbe i rischi di carattere antitrust e potrebbe comunque portare benefici indiretti anche a Tim.
La reazione degli investitori
Il mercato intanto resta attento alle possibili evoluzioni. La scorsa settimana, la notizia della fine delle trattative aveva pesato duramente sul titolo Tim, che era arrivato a perdere l’8,7% a 0,41 euro. Ma il rafforzamento di BlackRock ha contribuito a cambiare il sentiment, rilanciando le quotazioni e restituendo fiducia agli investitori.
Il messaggio che emerge è duplice: da un lato, il consolidamento tra i grandi player non sembra più all’ordine del giorno; dall’altro, la solidità azionaria e la presenza di investitori istituzionali di lungo periodo come BlackRock dimostrano che Tim resta un asset strategico, capace di attirare capitali e di giocare un ruolo da protagonista nelle trasformazioni future del settore.