La banda larga non è così veloce? Può dipendere dal wifi domestico, secondo l’ultimo studio di Opensignal. In molti Paesi si riscontra spesso un divario notevole tra le velocità di banda larga promesse agli utenti dagli operatori Tlc e quelle effettivamente sperimentate. Ma il problema non è nelle prestazioni delle reti, bensì dei dispositivi – come i modem – che ricevono il segnale e che agiscono da “fattore limitante” della velocità effettiva della connessione broadband.
In diversi mercati una quota relativamente bassa di famiglie raggiunge velocità di collegamento wifi di 100 Mbps: si passa dal 73% degli Stati Uniti al 62% del Brasile al 34% dell’Italia e al 27% dell’Australia.
“Confrontando i livelli di velocità sperimentati con l’infrastruttura ad alta velocità, osserviamo che i due non sono direttamente correlati. In mercati come Indonesia, India e Messico, dove la stragrande maggioranza delle connessioni oggi utilizza già l’accesso di nuova generazione, con oltre l’83% delle connessioni in fibra ottica fino all’edificio (Fttp/Fttb) o cavo ibrido fibra-coassiale (Hfc), pochissimi dei nostri utenti di banda larga hanno registrato velocità di download massime di almeno 250 Mbps sulle proprie reti wifi domestiche. Anche nei mercati con un’infrastruttura digitale più sviluppata, come Taiwan o Spagna, solo il 24% e il 37% hanno registrato velocità pari o superiori a 250 Mbps”. E l’Italia non fa eccezione.
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Lo studio Opensignal: wifi “collo di bottiglia”
Considerando tre livelli di prestazioni – pari o superiori a 30 Mbps, 100 Mbps e 250 Mbps – OpenSignal ha scoperto che, nel primo trimestre del 2025, quasi tutti gli utenti di banda larga nei mercati analizzati hanno raggiunto velocità di download pari o superiori a 30 Mbps sulle proprie reti Wi-Fi domestiche. L’Italia si colloca al settimo posto alla pari con Taiwan su una lista di 16 Paesi, con l’87% della popolazione che ottiene velocità almeno di 30 Mbps.
Tuttavia, già la percentuale di utenti che ha raggiunto velocità pari a 100 Mbps è significativamente inferiore in tutti i Paesi, a indicare che l’accesso a questo livello di prestazioni rimane relativamente limitato e può essere considerato un livello di servizio premium nella maggior parte dei mercati. Solo quattro Paesi – Stati Uniti (73%), Canada (66%), Spagna (56%) e Giappone (51%) – hanno visto più della metà degli utenti superare la soglia di 100 Mbps. L’Italia si ferma al 34%, undicesima tra 16 Paesi.
Quanto alla velocità più elevata di 250 Mbps, solo in due Paesi – ancora una volta Stati Uniti e Canada – circa la metà degli utenti della banda larga OpenSignal raggiunge queste prestazioni sulle proprie reti wifi domestiche, rispettivamente il 55% e il 47%. Al contrario, la quota di utenti che ha raggiunto i 250 Mbps diminuisce drasticamente in altri mercati, scendendo ad appena il 5% in Messico, il 2% in India e praticamente a zero in Indonesia. L’Italia è ottava con un 17% che non è lusinghiero, ma ci colloca a metà classifica grazie al forte ritardo di altri Paesi.
“I gateway moderni offrono prestazioni molto migliori, perché il wifi 5 rappresenta un notevole balzo in avanti in termini di prestazioni rispetto agli standard precedenti, ma una quota significativa di utenti si affida ancora ad apparecchiature obsolete”, afferma OpenSignal. “I mercati emergenti sono in fondo alla classifica a causa di configurazioni domestiche superate: il wifi rappresenta un collo di bottiglia per l’esperienza ad alta velocità”.
Broadband experience lenta, non è colpa delle reti Tlc
La Spagna è un esempio evidente di mercato in cui l’infrastruttura ad alta velocità non si traduce in una esperienza di banda larga ad alta velocità sulle reti domestiche. Infatti, in Spagna solo il 56% degli utenti Opensignal di servizi di banda larga ha misurato velocità dei dispositivi pari o superiori a 100 Mbps sul proprio wifi domestico. Eppure, l’accesso alle connessioni in fibra ottica e a velocità Gigabit è pressoché universale: insieme al cavo rappresentavano il 96% delle connessioni in Spagna nel primo trimestre del 2025.
Sul fronte opposto Stati Uniti e Canada sono i Paesi con gli indicatori di broadband experience più veloce tra i mercati analizzati da OpenSignal. Grazie a un’ampia base installata di configurazioni wifi domestiche avanzate e a ingenti investimenti in infrastrutture di accesso, oltre la metà degli utenti negli Stati Uniti (55%) e quasi la metà in Canada (47%) ha registrato velocità pari o superiori a 250 Mbps sulla propria rete wifi di casa.
“Sebbene i metodi tradizionali per valutare il livello di sviluppo della banda larga sul mercato si basino sulla disponibilità delle infrastrutture a livello stradale, tale modello è sempre più in disaccordo con ciò che è rilevante per i consumatori. Poiché un numero crescente di Paesi vanta ormai una copertura quasi universale in fibra o via cavo, i nostri risultati mostrano che un’infrastruttura ad alta capacità non garantisce un’esperienza utente veloce”, commenta Opensignal. “Il divario evidenzia una crescente discrepanza tra ciò che le reti possono offrire e ciò che gli utenti effettivamente sperimentano a casa”.

Il quadro in Italia: reti avanzate, wifi lento
In Unione europea, a giugno 2024, l’82,5% delle famiglie dell’Ue era coperto da reti ad altissima capacità (Vhcn), ovvero reti basate su tecnologie Fttp (fiber-to-the-premises) o via cavo Docsis 3.1, secondo i dati della Commissione europea. Questa ampia copertura consente teoricamente l’accesso alla banda larga gigabit in gran parte della regione.
Tuttavia, mentre il 71,8% delle famiglie nell’Ue ha abbonamenti alla banda larga fissa che offrono almeno 100 Mbps, solo il 22,3% ha sottoscritto piani con velocità gigabit. Questi dati, ricavati dall’indice Desi del 2024, evidenziano un notevole divario tra le velocità disponibili e quelle scelte dai consumatori.
Guardando ai singoli mercati, in Italia e Germania, Desi riporta che rispettivamente il 75,2% e il 52,7% delle famiglie ha piani a banda larga di almeno 100 Mbps. Eppure, i dati di Opensignal mostrano che solo il 34% (Italia) e il 38% (Germania) degli utenti ha raggiunto tali velocità sulla propria rete Wi-Fi domestica. Per gli abbonamenti a livello di gigabit, la discrepanza è più netta: sebbene il 25,2% delle famiglie italiane e il 5,7% di quelle tedesche abbiano sottoscritto piani ≥1 Gbps, solo il 17% e il 13% rispettivamente sperimentano velocità ≥250 Mbps sulla propria rete wifi domestica.
Sebbene molte case siano connesse a moderne reti in fibra o via cavo, l’esperienza è spesso limitata da gateway wifi domestici obsoleti o mal configurati. I nostri risultati rivelano che, anche nei Paesi con un’ampia base installata di router moderni, in grado di raggiungere elevate velocità wifi, pochi utenti raggiungono tali velocità. Questo è spesso dovuto anche al posizionamento inadeguato dei gateway e alle limitazioni dei dispositivi degli utenti finali, come smartphone, TV e laptop, che potrebbero non supportare i protocolli wireless più recenti o la massima velocità di trasmissione.
Aggiornare i gateway domestici. Ma il wifi non basta
Per quanto riguarda i gateway domestici, il wifi 5 rappresenta un notevole passo avanti in termini di prestazioni rispetto agli standard precedenti, offrendo maggiore larghezza di banda, maggiore stabilità e supporto per più connessioni ad alta velocità. Tuttavia, in Indonesia, gli utenti Opensignal con wifi 5 o versioni successive è di solo il 15%, il che si correla ad alcune delle più gravi limitazioni dell’esperienza di velocità del wifi domestico. In Brasile e Messico, solo circa la metà dei router (rispettivamente il 62% e il 57%) riesce a negoziare con successo velocità di almeno 100 Mbps con i dispositivi connessi, rendendo il router o la sua posizione fisica un fattore limitante chiave.
Guardando al futuro, le nuove generazioni di wifi da sole non sono sufficienti, poiché la compatibilità dei dispositivi diventa il prossimo vincolo. Un report di Opensignal e Hamina di maggio 2025 ha evidenziato che, sebbene wifi 6E e wifi 7 offrano accesso alla banda ad alta capacità a 6 GHz, molti dispositivi, inclusi alcuni venduti come compatibili con wifi 7, non la supportano.
Il rapporto ha rilevato anche che le bande di frequenza hanno un impatto ancora maggiore sull’esperienza utente rispetto alle generazioni di wifi precedenti. Anche nei mercati più sviluppati, le famiglie sono in ritardo nell’adozione di wifi 7 e 6 GHz, mentre i mercati emergenti rimangono dipendenti dal wifi 4, limitati da router a basso costo in bundle con l’abbonamento e da un lento turnover dei dispositivi, aggravando il divario nell’esperienza digitale.