LA POLEMICA

Brunetta sul caos canone: “Quei bollettini ingiunzioni di pagamento”

Il presidente del gruppo Pdl alla Camera: “Il governo comunichi il numero di lettere inviate, il costo sostenuto per la spedizione e sulla base di quale presupposto è stato determinato l’importo richiesto”. La protesta Cna: “Le categorie produttive chiamate a farsi carico di incombenze altrui”

Pubblicato il 01 Lug 2014

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“Da fonti di stampa si è appreso che, in questi giorni, migliaia di artigiani, imprenditori e liberi professionisti hanno ricevuto, via posta tradizionale, una comunicazione dalla Rai, completa di bollettino, con cui si esige il pagamento del canone speciale, con tanto di importo precompilato, pari a 407,35 euro”. Lo scrive Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia, in un’interpellanza urgente al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, al ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, e al ministro dello Sviluppo, Federica Guidi sul “canone speciale”.

“Con un comunicato stampa – prosegue Brunetta – la Rai ha dichiarato che le lettere spedite in questi giorni sono ‘comunicazioni informative prive di connotati precettivi o intimativì. In nessun passaggio della lettera Rai si dà per presupposta la detenzione di apparecchi tv, anzi si invita esplicitamente il destinatario ad effettuare il versamento soltanto qualora ricorra tale presupposto. A parere dell’interrogante, la comunicazione spedita dalla Rai, si configura come un’ingiunzione di pagamento a tutti gli effetti”.

Così Brunetta chiede di essere messo a conoscenza di “quali iniziative” l’esecutivo voglia adottare per “chiarire le disposizioni inerenti il pagamento del canone speciale per chi detiene uno o più apparecchi muniti di sintonizzatore atti a trasmettere, in luoghi pubblici, il segnale tv”. Brunetta chiede inoltre “se il Governo non ritenga di dover illustrare i criteri e le modalità con cui la Rai, in quanto concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo ha proceduto all’invio di decine di migliaia di lettere contenenti bollettini prestampati”, “con un tentativo di prelievo forzoso per l’uso di monitor e computer impiegati per motivi di lavoro e non per guardare programmi televisivi; se il governo sia in grado di comunicare il numero di lettere inviate dalla Rai, il costo sostenuto per la spedizione e sulla base di quale presupposto è stato determinato l’importo richiesto; e se l’esecutivo non ritenga di dover spiegare a che titolo la Rai (…) abbia avuto accesso, come affermato dalla stessa Rai, alle informazioni circa le aziende contenute nelle banche dati delle Camere di Commercio”.

Sulla questione è intervenuto oggi anche il presidente della Cna, Daniele Vaccarino, inviando una lettera aperta al presidente della Rai, Anna Maria Tarantola. Nella missiva il responsabile della confederazione degli artigiani scrive che “le modalità applicate per questa richiesta sono inaccettabili. Essa genera – prosegue – sconcerto e preoccupazione tra tutte le categorie coinvolte. Soprattutto tra i tanti che, non essendo tenuti al versamento del canone speciale Rai, dovranno tuttavia sprecare tempo per rispondere a una richiesta infondata. Ancora una volta, come vede, le categorie produttive sono chiamate a farsi carico di incombenze altrui, sottraendo alla loro attività energie preziose. Siamo sicuri – conclude Vaccarino – che comprenderà i nostri rilievi e confidiamo che possa essere messo in campo ogni strumento per risolvere definitivamente il problema del canone speciale Rai, individuando una volta per tutte i soggetti tenuti al suo pagamento”.

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