LA VERTENZA

BT: nessun accordo sugli esuberi, la Slc abbandona la trattativa

Nulla di fatto durante l’incontro di oggi al ministero del Lavoro. Michele Azzola (Slc): “Per noi proposte inaccettabili”. L’allarme della Uilcom: “Da domani l’azienda può procedere ad azioni unilaterali, licenziamenti compresi”. Il commento della società: “Persa un’occasione per trovare un’intesa costruttiva”

Pubblicato il 04 Dic 2013

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La vertenza in British Telecom si è conclusa con esito negativo. Durante l’incontro di oggi al ministero del Lavoro non si è riusciti a trovare un punto di condivisione comune tra l’azienda e i sindacati dopo che la Slc Cgil ha lasciato il tavolo. Oggi era il termine ultime per trovare un’intesa. “Purtroppo da domani l’azienda può procedere ad azioni unilaterali, anche facendo i licenziamenti”, spiega Salvo Ugliarolo segretario nazionale della Uilcom.

Al Corriere delle Comunicazioni Michele Azzola, segretario nazionale della Slc spiega i motivi del gesto: “Abbiamo lasciato il tavolo perché la proposta dell’azienda non ci convinceva nel merito e nel metodo – dice il sindacalista – BT ha proposto di lasciare aperta la procedura di mobilità volontaria fino al prossimo 15 febbraio, valutare quanti aderiscono e poi, se il numero di adesioni non fosse stato sufficiente, mandare via comunque le persone. Non era possibile firmare un accordo basato su questi presupposti: se l’azienda vuole licenziare lo faccia mettendoci la sua faccia, non quella del sindacato”.


La vertenza BT è iniziata lo scorso 18 settembre quando la società annuncia ai sindacati 147 esuberi strutturali concentrati principalmente le sedi di Roma e Milano. L’azienda, rispetto ad una apertura della procedura di 147 esuberi, ha successivamente ridotto il perimetro a 122 unità proponendo una trasformazione del modello operativo e una razionalizzazione dei costi delle terze parti; inoltre ha proposto un bando per facilitare le adesioni volontarie e le conseguenti uscite.

Nell’incontro del 27 novembre BT, aveva dato disponibilità a non procedere a misure unilaterali ed a rimandare la chiusura del bando di uscita incentivata al 15 febbraio, offrendo una procedura di mobilità volontaria, nell’ottica di un accordo con le rappresentanze sindacali e di una fattiva collaborazione tra le parti. Proprio questa proposta ha provocato l’abbandono della Slc della trattativa.

“Durante l’incontro di oggi – riferiscono al nostro giornale fonti aziendali – dispiace constatare che l’intransigenza della Cgil abbia reso impossibile la conclusione di un accordo caldeggiato da Cisl e Uil, oltre che dal Ministero del Lavoro. La Cgil ha abbandonato il tavolo delle trattative proprio quando sembrava che tramite la mediazione del Ministero e la vicinanza delle altre sigle sindacali alla proposta aziendale un accordo sarebbe stato possibile. Ciò ha fatto che si sia persa un’occasione importante per giungere in modo costruttivo alla chiusura dell’accordo evitando misure unilaterali da parte dell’azienda”.

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