Cabine telefoniche in cerca di una seconda vita

Scatta il via libera al piano di dismissione. Ma Agcom apre al parere dei cittadini. A Parigi trasformate in punti multimediali e Madrid le usa per ricaricare le auto elettriche. E in Italia?

Pubblicato il 17 Mag 2010

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Spariranno, a meno che qualcuno non abbia una buona idea per
“reinventarle”. Parliamo delle cabine telefoniche, che
nell’era di Internet e dei cellulari hanno sempre meno clienti e
spesso versano in condizioni di degrado. Hanno rappresentato per
anni un simbolo dell’arredo urbano, ma, senza più persone che
preferiscano monete o carte prepagate al telefono mobile, stanno
percorrendo un viale del tramonto che le porterà a sparire al
ritmo di 30mila l’anno.

Negli Stati Uniti e in molti paesi europei questa strada è già
stata imboccata da tempo, tanto che, ad esempio, la Louisiana ha
acquistato le cabine dismesse da altri Stati per farne pezzi di
ricambio.

A Parigi Orange sta sperimentando nelle aree più esclusive e
frequentate della città (Torre Eiffel, Montmartre,
Champs-Élysées, Marais, La Villette, Place d’Italie,
Saint-Michel, Saint-Germain, Haussmann, Montparnasse, Bercy) una
versione supertecnologica del telefono pubblico, in grado di
offrire servizi di ultima generazione. Per sei mesi i passanti
potranno disporre di touchscreen, connessione a internet (gratuita
per i primi 10 minuti) e possibilità di consultare online elenchi
telefonici, ricevere informazioni di ristoranti o dei cinema più
vicini, consultare le previsioni del tempo e gli orari dei mezzi
pubblici. A Oslo alcune cabine sono state riciclate in edicole che
conservano l’intestazione della compagnia telefonica come icona
“vintage”.

In Italia il numero dei telefoni pubblici era già stato
drasticamente ridotto negli ultimi anni (oggi ce ne sono 130mila a
fronte dei 300mila del 2000), e solo da pochi giorni l’Autorità
garante per le comunicazioni ha dato il via libera a Telecom Italia
per procedere con le altre dismissioni, tenendo fuori dal
provvedimento gli apparecchi situati nelle caserme, nelle scuole e
negli ospedali. Secondo i dati forniti da Telecom l’uso delle
cabine si è ridotto dal 2001 del 90%: il dato più eloquente è
che dall’80% dei telefoni pubblici lo scorso anno sono state
effettuate meno di tre chiamate al giorno.

L’Italia abbandonerà presto il primo posto nella classifica del
numero di telefoni pubblici per abitante (un apparecchio ogni 450
persone), a fronte di una media europea che vede una cabina per
1.100 abitanti. Prima di “far sparire” i telefoni pubblici,
secondo il regolamento Agcom, Telecom sarà chiamata a darne
notizia ai residenti con un congruo anticipo, mentre cittadini e
enti locali potranno opporsi alla decisione segnalando il loro
punto di vista con una mail all’indirizzo
cabinatelefonica@agcom.it.

Ma tra il telefono abbandonato e la sua scomparsa ci potrebbero
essere altre soluzioni, che nel resto d’Europa sono già in via
di sperimentazione: a Madrid, ad esempio, alcuni dei vecchi
gabbiotti con il telefono diventeranno postazioni per la ricarica
delle auto elettriche: basterà munirsi di una scheda prepagata e
parcheggiare nell’area indicata, e si potrà, invece che
telefonare, fare il pieno di energia pulita. Già qualche anno fa a
New York ci si era posti il problema, e Verizon aveva lanciato una
campagna di trasformazione delle cabine pubbliche dimesse in
hotspot per il proprio servizio di accesso gratuito wi-fi a
Internet.

Un’idea che da questa parte dell’oceano potrebbe probabilmente
essere mutuata senza grandi difficoltà, e anche ben sfruttata a
scopi pubblicitari o commerciali.

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