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Catasto delle reti, da Anfov “istruzioni per l’uso”

L’associazione pubblica un “vademecum” per la realizzazione dell’archivio delle infrastrutture: a un ente super partes la gestione della piattaforma

Pubblicato il 11 Mag 2012

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Offrire linee metodologiche per realizzare il catasto delle reti e gli strumenti necessari alla sua gestione. È questo l’obiettivo dello studio realizzato da Anfov, in collaborazione con 9 aziende di settore, che prevede anche una fase di sperimentazione per attestare la validità del modello proposto alle autorità regolatorie. Secondo Anfov il "Catasto nazionale delle infrastrutture di rete per Ngan" deve rispondere a tre obiettivi, primo fra tutti contenere informazioni sulle infrastrutture esistenti idonee alla posa di cavi in fibra ottica nel segmento della rete di accesso, utilizzabili quindi per lo sviluppo di una rete Ngan.

Inoltre deve essere “popolato” da tutti gli operatori di telecomunicazioni e da tutti i soggetti (pubblici o privati) che siano proprietari e/o concedenti diritto d’uso delle infrastrutture idonee. Un ruolo importante potrà essere ricoperto dai Comuni italiani con i quali, secondo quanto evidenziato in una ricerca di Cittalia – Anci Ricerche, occorre operare in direzione di una condivisione della conoscenza, della localizzazione e della qualità delle infrastrutture del sottosuolo. Il Comune va inoltre coinvolto anche in qualità di soggetto naturalmente deputato ad aggregare e orientare la domanda locale, sia in virtù del rapporto allo stesso tempo diretto e istituzionale che hanno con i cittadini, sia per il loro nei confronti degli operatori economici locali in ottica di sviluppo territoriale.

Un ruolo altrettanto decisivo potrebbe essere svolto dalle Regioni per indirizzare i Comuni ad uniformare e federare a livello regionale i propri dati. In questo modo sarebbe possibile interfacciare quelli che potremmo definire come “Catasti regionali” oppure “Catasti locali” (in generale “Catasti periferici”) con il Catasto nazionale delle Infrastrutture (“Catasto centrale”) attraverso la federazione e ovviamente utilizzando opportune interfacce che rendano fruibili le informazioni locali nel Catasto nazionale delle Infrastrutture di riferimento. Dove in corso di applicazione, questo modello Regionale si sta dimostrando di grande efficacia.

Infine il catasto deve essere strutturato per supportare gli operatori nella fase di “Pianificazione”; sono escluse pertanto le informazioni tipiche delle attività di “Progettazione” e “Realizzazione", attività che rimangono di competenza degli operatori interessati successivamente alla fase di consultazione del Catasto nazionale.

Si tratta di tre obiettivi che metteranno l’ente regolatore in grado di monitorare efficacemente lo stato di infrastrutturazione esistente nel Paese.

Per quanto riguarda la gestione, questa deve essere in capo a un soggetto centralizzato a livello nazionale indipendente ed imparziale (ad esempio Agcom), dotato di poteri adeguati e referenziato sul territorio per garantire la puntuale raccolta delle informazioni;

L’aggiornamento dei dati dovrà essere garantito da tutti i soggetti che partecipano al Catasto nazionale secondo modalità e tempi ben definiti ed è particolarmente importante che l’inventory sia tenuto allineato alla situazione reale delle infrastrutture.

La validazione dei dati contenuti all’interno del Catasto nazionale delle Infrastrutture deve essere affidata al Gestore del Sistema in modo da garantire l’uniformità delle informazioni relative a tutti i soggetti contributori (operatori, enti, public utilities, ecc.); in particolare ci si riferisce alla validazione formale relativa al rispetto dei formati e delle convenzioni. La validazione del contenuto e della consistenza dei dati resta sempre responsabilità del soggetto contributore che genera i dati e li comunica al Catasto nazionale (Regioni preferibilmente oppure Comuni, operatori ed altri enti).

La soluzione deve essere facilmente accessibile agli utenti che appartengono ad aziende, enti e realtà geografiche diversi. “La soluzione più appropriata – puntualizza Anfov nello studio – è quindi un’applicazione web-based che consenta prioritariamente il caricamento, la consultazione e l’analisi dei dati relativi alle infrastrutture con un approccio user-friendly. Si suggerisce inoltre di garantire la centralizzazione dei servizi offerti a livello nazionale mediante un “Centro Servizi” dedicato alla gestione completa del sistema

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