L'AUDIZIONE

Catricalà: “Scorporo, con governance giusta non serve golden share”

Il viceministro: “Lo spin off della rete Telecom è essenziale, ma ci vogliono neutralità e regole certe”. E annuncia: “Porteremo a termine entro un anno il Piano nazionale banda larga”. Agenda digitale: “Servono risorse pubbliche. L’industria da sola non ce la può fare”

Pubblicato il 11 Giu 2013

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“Se la governance è fatta in un certo modo allora non c’è nemmeno bisogno di ricorrere alla golden share”. Lo ha affermato il viceministro per lo Sviluppo economico, a margine di un’audizione in Commissione Trasporti e Tlc della Camera a cui ha partecipato insime al titolare allo Sviluppo economico, Flavio Zanonato, rispondendo a una domanda sullo spin off della rete Telecom.

“Lo scorporo della rete è uno di quei passaggi che in tutti i settori economici è ritenuto essenziale per lo sviluppo della concorrenza e per lo sviluppo dell’intero sistema economico – ha spiegato Catricalà – Non è detto che sia il migliore dei sistemi possibili ma darà dei frutti se si farà con certe caratteristiche che il governo persegue come l’uguaglianza di accesso e le pari opportunità”. In questo modo si svilupperà “la competizione e la concorrenza, ma serve un quadro regolatorio certo di misure non rimesse alla discrezionalità di un’Autorità, ma un quadro regolatorio che definisca i rischi giuridici dell’investimento che si va a fare”.

Poi, ha chiarito, “di chi siano la maggioranza e il controllo probabilmente dovranno definirlo le regole di mercato e lo statuto della Cdp: noi siamo rispettosi sia del mercato che dei fini della Cassa che delle decisioni aziendali liberamente prese, ma teniamo presente che si tratta di un bene nazionale di valore strategico”.

In audizione è stato affrontanto anche il tema Agenda digitale che sconta forti ritardi. “Bisogna accelerare – ha detto – Qualsiasi governance va bene purchè si facciano le cose”. “L’Agenda digitale necessita di risorse pubbliche, da sola l’industria non ce la può fare – ha sottolineato – L’agenda non è il libro dei sogni, la possiamo fare. Occorre evitare che ci siano economie digitali a diverse velocità in Europa” e puntare a un”‘quadro regolatorio unitario che incentivi e valorizzi gli operatori che effettuino reali investimenti”.

‘L’Italia può diventare un hub di innovazione e miglioramento delle tecnologie e dell’informazione – ha evidenziato – Si tratta di avere buona volontà, di fare molte cose che si è già deciso di fare, attuare quello che resta e avere grandi idee per il futuro”.

E forte di questa convinzione, il governo preparerà “un piano articolato per la formazione delle competenze digitali che netro il 2020 saranno richieste nel 90% dei lavori”. “Quasi un italiano su due è offline e ciò rappresenta un gap pericoloso, un freno a mano tirato alla competitività delle nostre Pmi – ha sottolineato – In questo quadro non è sufficiente superare il divario digitale infrastrutturale per traghettare l’Italia nella network society delineata dalla Commissione europea. E’ necessario, infatti, superare il digitale divide culturale alfabetizzando digitalmente quasi un italiano su due escluso dalla grande rivoluzione binaria”.

Secondo Catricalà il gap culturale è “un gap pericoloso, un freno a mano tirato alla competitività del nostro tessuto produttivo formato in gran parte da piccole e medie imprese che, se non si dimostrano in grado di cogliere la sfida digitale si condannano all’isolamento e quindi al fallimento”.

All’Italia serve dunque “un piano articolato per far uscire le aziende dal digital divide, capace di digitalizzare le imprese partendo dalla diffusione del cloud computing al commercio elettronico, dall’alfabetizzazione digitale dei singoli ai pagamenti elettronici anche in mobilità. Utilizzeremo anche i fondi europei della nuova programmazione 2014-2020, nonché ogni strumento a nostra disposizione compresa la televisione digitale”.

In audizone il viceministro ha anche accesso i riflettori sulla banda larga. “Ci impegniamo a portare a termine entro un anno il Piano nazionale banda larga – ha proseguito il viceministro – Le risorse sono state stanziate, i bandi avviati, ma i tempi sono stretti e l’attenzione deve essere massima, affinché i lavori sul territorio si attuino celermente”.

Catricalà ha inoltre annunciato che il decreto scavi “è in dirittura d’arrivo”. “Si tratta – ha spiegato – un testo importante che ci permetterà di accelerare lo sviluppo di reti a banda larga e ultralarga nel Paese che dovrà essere affiancato da un progetto a me caro: il catasto del sottosuolo”.

Sul fronte frequenze il viceministro ha detto che “bando e il disciplinare per l’asta delle frequenze tv sono pronti per essere inviati a Bruxelles”. “In coerenza con quanto disposto dall’Agcom i punti fondamentali saranno: diritti d’uso per le frequenze per sistemi Dvb su base nazionale messi a gara; esclusione degli operatori di rete con 3 o più mux; diritti d’uso rilasciati per 20 anni e non trasferibili per i primi 3 anni; offerte economiche con sistema di miglioramenti competitivi, con importo minimo stabilito con il criterio delle misure compensative per la banda 800 MHz (DM 23 gennaio 2012). Sarà inoltre previsto il diritto di accesso per nuovi entranti a reti di soggetti con più del 75% copertura, anche se non partecipanti alla gara e l’obbligo per gli aggiudicatari di raggiungere la copertura massima entro 5 anni, in modo graduale.

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