Cellulari spioni, negli Usa per Google rischio class-action

Chiesti 50 milioni di dollari di risarcimento per la geolocalizzazione effettuata da Android. Ma la denuncia, presentata da due utenti americani, potrebbe avere un effetto valanga

Pubblicato il 29 Apr 2011

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I guai legali per Google non arrivano solo dalle alte corti ma
anche dai cittadini privati. Due utenti di cellulari Android hanno
fatto causa a Big G sostenendo che i loro telefoni hanno registrato
e conservato a loro insaputa i dati relativi ai loro spostamenti. I
due utenti sono cittadini americani residenti nella contea di
Oakland nello Stato del Michigan: nella causa presentata il 27
aprile presso la corte federale di Detroit affermano che i loro
cellulari Htc Inspire 4G, che usano il sistema operativo Google
Android, seguono e registrano i loro spostamenti “proprio come un
tracking device per usare il quale però sarebbe necessario un
mandato del tribunale”.

L’obiettivo dell’accusa è dare voce ad altri utenti di
cellulari Android e trasformare la causa in una class-action.
Intanto i due utenti americani chiedono almeno 50 milioni di
dollari di danni e un ordine della corte che ingiunga a Google di
smettere di registrare i movimenti di chi usa i suoi prodotti.

Come noto, sia Google che Apple sono nel mirino di tribunali,
governi e consumatori per la presunta raccolta di dati, volontaria
o accidentale che sia, tramite i loro smartphone. Entrambe le
aziende hanno accontentito a partecipare a un’udienza davanti al
Senato americano il prossimo 10 maggio in cui si parlerà della
privacy dei consumatori sui device mobili.

“Noi informiamo gli utenti e diamo loro pieno controllo sulla
raccolta, condivisione e uso dei dati sulla loro posizione
geografica”, ha affermato Chris Gaither, portavoce di Mountain
View, in previsione proprio dell'udienza americana. “Tutti i
dati sulla location spediti ai server di Google sono resi anonimi e
quindi non possono più essere riferiti a uno specifico utente
né permettere di rintracciarlo”.

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