Con Scuola Holden si riscrive il sogno di Martin Luther King

Pubblicato il 07 Ott 2013

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Nell’ambito di un vasto piano di collaborazione con le eccellenze del mondo culturale italiano, viene oggi inaugurata la partnership tra Telecom Italia e Scuola Holden per la promozione della Cultura grazie al digitale, caratterizzata da una serie di progetti di comunicazione congiunti e dall’utilizzo delle più recenti tecnologie digitali applicate alle arti creative.

In particolare, il supporto tecnologico di Telecom Italia consentirà a Scuola Holden di avere a disposizione un laboratorio creativo finalizzato allo sviluppo di contenuti multimediali, corredato da tre aule dotate delle più moderne apparecchiature di ripresa e generazione di contenuti audiovisivi.

Una sala di regia appositamente attrezzata con piattaforme tecnologiche d’avanguardia consentirà la produzione e la trasmissione di contenuti di alta qualità; le aule potranno essere utilizzate come veri e propri palcoscenici connessi per creare spettacoli fruibili in Rete in modalità live streaming o on demand.

La sala regia consentirà anche di gestire i contenuti prodotti in quattro ulteriori aule della scuola, impiegate per attività didattiche legate alle arti performative, generando contenuti che possano essere utilizzati dai docenti e dagli alunni della scuola per migliorare la qualità delle tecniche di insegnamento.

La partnership, di durata triennale, prevede nel corso del 2013 lo sviluppo di due progetti di comunicazione: #WEHAVEADREAM, scriviamo insieme il nostro sogno, esperimento di social writing collaborativo ideato in occasione del 50° anniversario del celebre discorso di Martin Luther King, e Buena Onda, progetto di produzione di contenuti ideati appositamente per il pubblico del web da parte di registi, scrittori o musicisti da diffondere in rete per una fruizione decentralizzata, connessa e partecipativa.

In particolare, il progetto #WEHAVEADREAM durerà 10 settimane, a partire da oggi – lunedì 7 ottobre – e si svolgerà interamente on-line su www.telecomitalia.com/wehaveadream: grazie a 10 grandi temi per 10 grandi scrittori genererà una riedizione collettiva del discorso di Martin Luther King.

Ogni settimana un autore, partendo da una parola chiave tratta dal discorso, rifletterà su temi ad essa connessi con un tweet al giorno, diventando quindi una sorta di guida per gli utenti, che potranno partecipare con un tweet a tema. Ogni giorno verranno scelti quattro tweet, a partire dai quali, gli stessi autori potranno scrivere un racconto. Tutti i racconti saranno pubblicati in seguito sul sito dedicato www.telecomitalia.com/wehaveadream, mentre 40 di questi verranno selezionati e creeranno una sorta di “nuovo discorso”, che a dicembre diventerà una raccolta digitale consultabile sul sito.

Gli autorevoli scrittori coinvolti nel progetto sono: Stefano Bartezzaghi, Mauro Berruto, Matteo B. Bianchi, Claudia De Lillo (Elasti), Diego De Silva, Tito Faraci, Gad Lerner, Riccardo Luna, Guglielmo Scilla, Giovanni Veronesi.

Le parole scelte dal celebre discorso sono: fede, libertà, speranza, felicità, giustizia, inizio, fratellanza, uguaglianza, dignità, rettitudine.

“Telecom Italia sostiene con convinzione progetti che contribuiscano alla diffusione della Cultura Italiana grazie al connubio tra contenuti d’eccellenza e nuove tecnologie, in forme innovative e d’avanguardia, che consentano a tutti di avvicinarsi alle Rete comprendendone le potenzialità – sottolinea Marcella Logli, responsabile Corporate Identity & Public Relations di Telecom Italia – Un’Italia connessa è da tempo il primo obiettivo di Telecom Italia per consentire al Paese di trasformarsi, crescere e condividere sogni, aspirazioni e progetti. Da qui nasce l’idea del progetto di social writing in cui tutti possono partecipare alla riscrittura collettiva del sogno che era di Martin Luther King, ma che è anche nostro e che vogliamo condividere con tutti”.

“Certo, il talento non si può insegnare, ma allenare sì – dice Alessandro Baricco – E la creatività può essere liberata. La scrittura si può insegnare perché è un mestiere. Poi, la scuola ha moltissime altre funzioni: rompere l’isolamento, servire da ascensore sociale. Di sicuro, dopo il biennio da noi, i nostri ragazzi hanno modo di accedere ad un mondo nuovo”.

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