la videointervista

Connectguard e Tecnologie Post-Quantum: Adtran ridisegna la network security

Connectguard e Tecnologie Post-Quantum: Adtran ridisegna la network security


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Tra evoluzione delle minacce, tutela delle infrastrutture critiche e nuovi requisiti europei, la sicurezza delle reti entra in una fase di profonda trasformazione, in cui apertura, certificazione e affidabilità diventano fattori decisivi. Marcello Forti, Vice President Sales Southern Europe: “Costruire reti aperte non significa renderle meno sicure: la protezione passa da cifratura e controllo degli accessi”.

Pubblicato il 19 dic 2025




Negli ultimi anni la sicurezza delle infrastrutture di rete ha progressivamente ampliato il proprio perimetro, smettendo di essere un tema relegato ai livelli applicativi per diventare una componente strutturale dell’architettura dei network. Oggi la protezione del dato riguarda l’intero stack tecnologico, dal mezzo fisico fino ai servizi, e assume un valore strategico soprattutto nei contesti mission critical. È da questa prospettiva che Marcello Forti, vice president Sales Southern Europe di Adran, player globale specializzato nelle soluzioni per la sincronizzazione e la connettività di nuova generazione, analizza l’evoluzione della network security nel corso della videointervista.

Forti sottolinea come l’attenzione alla sicurezza sia parte del Dna dell’azienda da oltre quindici anni, quando Adtran introdusse meccanismi di cifratura a livello ottico, anticipando esigenze che allora non erano ancora diffuse sul mercato. Una scelta che ha permesso di mettere in sicurezza il trasporto delle informazioni sensibili in ambiti critici, in Italia e in Europa, andando oltre le tradizionali logiche di protezione basate esclusivamente sui livelli superiori della rete.

Sovranità digitale e presidio europeo della sicurezza

Negli ultimi anni questo approccio si è ulteriormente rafforzato con la nascita, a Berlino, di una struttura dedicata alla sicurezza, pensata per tradurre i requisiti dei clienti in design di rete capaci di garantire integrità fisica e logica del dato. Una presenza europea che risponde direttamente al crescente peso della sovranità digitale, ormai al centro delle strategie industriali e regolatorie dell’Unione.

In parallelo, cresce l’attenzione verso collaborazioni e sperimentazioni che valorizzano un ecosistema locale in espansione, anche in ambito post-quantum. In questo scenario, l’interoperabilità diventa una leva concreta: architetture aperte, se progettate correttamente, facilitano l’integrazione di tecnologie diverse senza indebolire i presidi di sicurezza.

Post-quantum: prepararsi oggi a un rischio che non è più teorico

In questo contesto si inserisce anche il dibattito sul quantum computing, destinato a ridefinire gli equilibri della crittografia tradizionale. Secondo Forti, il valore principale di questa evoluzione tecnologica è aver riportato la sicurezza al centro dell’attenzione, spingendo operatori e vendor a prepararsi con anticipo. Le soluzioni Adtran includono già tecnologie post-quantum, certificate dal NIST, in grado di proteggere il trasporto dei dati anche in uno scenario futuro in cui gli attuali algoritmi potrebbero non essere più sufficienti.

Un esempio concreto è rappresentato dai servizi “quantum safe” già operativi presso alcuni clienti, realizzati attraverso architetture disaggregate che consentono l’integrazione di algoritmi di terze parti direttamente sulle piattaforme di rete. Un modello che dimostra come apertura e protezione possano procedere insieme, senza compromettere affidabilità e controllo.

La difesa della fibra: sicurezza anche sul mezzo fisico

Accanto alla sicurezza logica cresce inoltre l’attenzione verso la protezione dell’infrastruttura fisica. Il monitoraggio proattivo della fibra ottica consente di rilevare tempestivamente tentativi di intrusione o manomissione, rafforzando la resilienza complessiva della rete e riducendo il rischio di compromissione dei servizi.

Resilienza e sincronizzazione sicura per i settori mission critical

Un altro tema centrale è quello della sincronizzazione sicura, sempre più critica per settori come data center, telecomunicazioni, energia, trasporti e difesa. La dipendenza dai segnali satellitari espone infatti le reti a vulnerabilità significative. In questi scenari entrano in gioco soluzioni di holdover avanzato, capaci di garantire precisioni dell’ordine dei 100 nanosecondi per periodi prolungati anche in assenza della sorgente primaria, assicurando continuità operativa alle applicazioni più sensibili.

Per Forti, la crescita delle vulnerabilità non rappresenta solo un rischio, ma anche un’opportunità: la domanda di servizi di sicurezza e timing avanzato aumenta e spinge gli operatori telco a valutare nuovi modelli di offerta, anche in modalità service, rivolti direttamente ai clienti finali.

Certificazioni e standard aperti: fiducia senza equivoci

Assumono infine un ruolo decisivo, in chiave di fiducia, le certificazioni di enti indipendenti e l’adozione di standard aperti. Come chiarisce Forti, reti aperte non sono sinonimo di reti meno sicure: l’interoperabilità garantita dagli standard non riduce il livello di protezione, che resta affidato a solidi meccanismi di cifratura e controllo degli accessi. È su questo equilibrio tra apertura, certificazione e sicurezza che si costruiscono le reti di nuova generazione.

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