L’industria italiana delle telecomunicazioni si prepara a un nuovo scenario contrattuale. Si è tenuto a Roma l’incontro tra Asstel, associazione di categoria che rappresenta la filiera Tlc nel sistema Confindustria, e le organizzazioni sindacali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil per la ripresa del “Negoziato di Trasformazione” del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (Ccnl) del settore.
L’obiettivo è di ridisegnare il contratto nazionale come leva industriale per accompagnare un settore che vale oltre 30 miliardi di euro nel pieno della transizione digitale. Un settore che, nonostante le difficoltà, spiega Asstel in una nota, ha continuato a garantire stabilità occupazionale e ad accelerare la digitalizzazione del Paese.
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Il contratto nazionale come leva strategica
L’incontro ha avuto una doppia funzione: da un lato, fare il punto sul quadro critico che investe l’intero ecosistema Tlc; dall’altro, tracciare un percorso di riforma che possa trasformare il Ccnl in uno strumento dinamico e coerente con le nuove sfide tecnologiche e organizzative.
“Il Contratto Collettivo Nazionale delle Telecomunicazioni è una leva industriale di trasformazione e innovazione”, è il principio condiviso durante il confronto. Tuttavia, prosegue Asstel, il percorso negoziale resta condizionato dalle profonde asimmetrie regolamentari che continuano a pesare sulle imprese della filiera.
Il Manifesto per la Crescita Digitale dell’Italia
Al centro della posizione di Asstel c’è il Manifesto per la Crescita Digitale dell’Italia, che funge da bussola strategica per affrontare la complessità del settore. Il documento chiede una riforma del quadro regolatorio, definendolo inadeguato e squilibrato.
“Occorre un quadro regolatorio equo e competitivo, capace di garantire parità tra operatori tradizionali e nuovi attori digitali”, è uno dei passaggi più chiari del Manifesto.
Non solo. Il documento sottolinea l’urgenza di politiche industriali a sostegno degli investimenti infrastrutturali, anche attraverso una revisione non onerosa dell’allocazione delle frequenze, e il riconoscimento del settore Tlc come comparto ad alta intensità energetica, un aspetto fondamentale per l’accesso a incentivi e tutele.
Call center, flessibilità e capitale umano
Uno dei temi più sensibili emersi nel corso del negoziato riguarda la trasformazione del settore dei call center, tra i più colpiti dalla digitalizzazione. Per Asstel, è prioritario attivare strumenti di flessibilità moderni e percorsi di formazione mirati.
“È strategico per le imprese della filiera Tlc l’evoluzione e il rafforzamento delle competenze attraverso la formazione permanente, l’introduzione di flessibilità in linea con l’evoluzione dei processi organizzativi e la valorizzazione dei nuovi ruoli professionali emergenti”, sottolinea l’associazione.
Il contratto dovrà quindi essere in grado di accompagnare i lavoratori, secondo la visdion di Asstel, nella riconversione professionale, mantenendo alta l’occupabilità anche nei ruoli a più alto rischio di automazione.
I risultati finora raggiunti e le aree ancora aperte
Asstel ha anche fatto il punto sull’attività tecnica già svolta con i sindacati. Sono stati compiuti avanzamenti significativi nella parte normativa del contratto, spiega l’associazione, ma restano da affrontare nodi centrali, senza i quali il processo di trasformazione rischia di rallentare.
Un aspetto cruciale è la rivisitazione del sistema di classificazione del personale. L’obiettivo è costruire aree professionali più flessibili, capaci di riflettere i nuovi processi organizzativi e di potenziare l’occupabilità attraverso la valorizzazione delle competenze digitali emergenti.
Smart working e nuovi modelli organizzativi
Altra priorità è la ridefinizione del lavoro agile, che deve diventare strumento abilitante di produttività. Non basta più considerare lo smart working come semplice modalità alternativa: deve essere declinato, secondo Asstel, sulla base della capacità di lavorare per obiettivi, contribuendo a costruire modelli organizzativi più efficienti e orientati ai risultati.
“Il lavoro agile deve valorizzare la capacità di lavorare per obiettivi per migliorare la qualità e la produttività e sostenere lo sviluppo di nuovi modelli di organizzazione del lavoro”, si legge nel comunicato.
Sistemi informatici e digitalizzazione del lavoro
Il tavolo negoziale ha toccato anche il tema dell’uso dei sistemi informatici sul posto di lavoro. Asstel propone un aggiornamento delle linee guida, che dovranno orientarsi verso l’efficienza e la valorizzazione delle competenze.
“Nell’ottica della valorizzazione delle competenze, occorre puntare al miglioramento della qualità e della produttività dei servizi e delle attività lavorative anche attraverso un utilizzo dei sistemi informatici che sia sempre più efficace e funzionale al percorso di digitalizzazione del lavoro”, afferma l’associazione.
Un contratto per accompagnare la trasformazione industriale
La posizione di Asstel è chiara: il Ccnl non deve più essere uno strumento statico, ma un motore di accompagnamento delle trasformazioni industriali e occupazionali. In quest’ottica, il negoziato di trasformazione appena riaperto rappresenta l’inizio di un percorso strategico.
“Il dialogo avviato segna l’inizio di un percorso strategico sul futuro del settore”, si legge nella nota.
I prossimi appuntamenti: il calendario di settembre
Per proseguire concretamente il confronto, sono già stati fissati nuovi incontri a partire dal mese di settembre. Il 10 e il 22 settembre si riunirà il Gruppo di Lavoro Tecnico “Trasformazione Lavoro”, mentre il 29 settembre è prevista una nuova sessione plenaria con le delegazioni sindacali e datoriali.
Le prossime settimane saranno quindi decisive per tradurre le linee guida del Manifesto e gli orientamenti condivisi in misure concrete e innovazioni contrattuali, capaci di impattare realmente sul tessuto produttivo e sull’occupazione della filiera.