Copyright e Internet, è quasi fatta

Il Consiglio Agcom vota il nuovo schema di regolamento per la gestione dei diritti d’autore su web. Incassato l’ok della Ue. Alla Fub il coordinamento delle operazioni tecniche?

Pubblicato il 11 Dic 2013

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Nuove regole per il copyright digitale, è quasi fatta. Incassato l’ok dall’Europa, dopo mesi di polemiche approda oggi al Consiglio Agcom lo schema di regolamento per lo sviluppo e la tutela del diritto d’autore sul web. L’adozione è prevista per febbraio 2014. Così l’authority guidata da Marcello Cardani mette per a prima volta a segno un gol su una partita caldissima, che vede schierati l’un contro l’altro armati l’industria dei contenuti, le associazione dei provider e di consumatori su una materia in ballo da decenni e che aveva visto la precedente gestione dell’Agcom, quella di Corrado Calabrò, alzare bandiera bianca delegando il Parlamento a prendere qualunque tipo di decisione.

Tempi rispettati alla lettera, come annunciato dall’autorità a giugno, ma anche come richeisto dalle industrie, Confindustria digitale in primis, che chiedeva l’approvazione del regolamento già entro la fine dell’anno.

Da parte della Commissione europea l’ok è stato quasi totale: si chiede di correggere il tiro sul capitolo notice and take down e su una maggiore distinzione fra siti italiani e stranieri.

Tutto a posto per partire? Sì, sul fronte dello schema di regolamento. Resta però ancora da allestire il “backoffice” – tecnico e legale – cui sarà affidato il compito di mettere in pratica le nuove procedure. Potrebbe essere la Fondazione Bordoni, secondo quanto risulta al Corriere delle Comunicazioni, l’ente preposto a coordinare le operazioni tecnologiche richieste: impresa ardua che dovrà fare i conti sia con le richieste di tutela del diritto d’autore online sia con la tutela dei diritti dei consumatori. Garantendo una protezione effettivamente “light”.

Il pacchetto di nuove norme arriva al capolinea dopo una serie di scontri che hanno visto al loro centro il ruolo di Agcom. A favore del suo intervento si sono schierati gli interessi di chi pensa che le indicazioni del regolatore possano garantire la tutela del copyright con tempi rapidi di accertamento della violazione senza necessariamente la verifica da parte di un magistrato: così da accelerare la rimozione dalla rete dei file violati o quelli di disabilitazione all’accesso. Dall’altro lato gli interessi di chi pensa che in assenza di un chiaro quadro normativo e senza l’accertamento della violazione da parte di un magistrato, il rischio sia quello di arrivare a violazioni dei diritti degli utenti.

Sul fronte parlamentare si sono sostanziate tre proposte di legge che individuano modalità diverse per gestire il copyright: tutte e tre sottolineano che la competenza per l’accertamento del reato sia di pertinenza dell’atuorità giudiziaria e postale e non di Agcom. La proposta a firma del senatore Felice Casson punta alla depenalizzazione per chi pubblica senza finalità di lucro un’opera protetta tramite blog, siti o forum; quella della deputata Mirella Liuzzi del M5S introduce meccanismi di protezione del diritto d’autore ispirate a standard internazionali. Stefano Quintarelli di Scelta Civica propone un sistema di interoperabilità tra piattaforme che preveda ad esempio il prestito come diritto per l’utente ma anche vantaggio per l’industria.

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