L'ANALISI

Costa 1,3 miliardi a Vivendi il “blitz” in Italia

La campagna di Bollorè impantanata tra problemi legali, regolatori e con lo spettro del golden power che incombe. E col tempo l’impasse inizia a pesare sui conti della media company francese

Pubblicato il 15 Set 2017

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La “campagna” in Italia di Vincent Bolloré era partita con impeto, e lasciava presagire l’intenzione di Vivendi di giocare in breve tempo un ruolo da protagonista nel nostro Paese nel campo delle tlc, con la partecipazione in Telecom e dei media, con quella in Mediaset. Ma dopo un inizio scoppiettante, che ha portato alla scalata del gruppo francese sulle due società, con il 23,9% di Tim e poco meno del 30% di Mediaset, la scalata si è arenata tra problemi con le autorità regolatorie, l’infausta coincidenza con la vicenda StxFincantieri che ha causato frizioni politico-diplomatiche tra Italia e Francia, il contenzioso legale con il Biscione per l’acquisizione prima concordata e poi fatta saltare di Mediaset Premium, e lo spettro del golden power che il governo potrebbe decidere di esercitare nel dossier VivendiTelecom.

Una serie di stop and go che, secondo un’analisi pubblicata dal sole24ore sarebbe costata molto in termini economici alla media company francese, che soltanto da Telecom avrebbe accumulato perdite, da quando è salita al 23,9% del capitale per un’operazione da 4,2 miliardi di euro, avrebbe accumulato perdite per più d 1,3 miliardi di euro considerati i valori di mercato odierni delle azioni, gran parte delle quali acquisite tra il 2015 e il 2016 a valori di carico medi attorno agli 1,2 euro, mentre da ormai più di anno il titolo è attestato attorno agli 80 centesimi.

Situazione che si è replicata anche nella vicenda Mediaset: in quel caso, a fine 2016, per arrivare al 30% la media company francese sborsò 1,25 miliardi di euro, e la perdita a oggi sarebbe arrotondabile attorno ai 200 milioni di euro.

Un intoppo, la “campagna d’Italia”, che comunque Vivendi può gestire in tranquillità, dal momento che contra su un patrimonio che va oltra gli i 18 miliardi di euro, ricavi annui che sfiorano gli 11 miliardi e una marginalità industriale al 6,7%, con gli analisti che però stimano per la fine del 2017 un debito netto per 2,8 miliardi.

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