TELCO PER L’ITALIA

Da Telco a TechCo, Butti: “Serve un nuovo patto pubblico-privato”



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Il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione: “Le aziende del settore delle telecomunicazioni sono a un bivio. Devono scegliere se rimanere confinate nell’attuale ruolo o evolvere, per generare valore attraverso servizi digitali innovativi”

Pubblicato il 11 giu 2025



Alessio Butti

“Le aziende del mondo telco sono davanti a un bivio. Devono scegliere se rimanere confinate nell’attuale ruolo o evolvere, per diventare realtà tecnologiche in grado di generale valore attraverso servizi digitali innovativi. Le dinamiche che disegnano il settore sono interessanti e si stanno affrontando anche in sede europea: il Digital Networks Act sul single market parla molto la lingua italiana, dal momento che abbiamo avanzato proposte su frequenze, roaming, numero unico europeo”.

Lo ha detto Alessio Butti, sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione, nel suo intervento a Telco per l’Italia 2025, evento di CorCom e NextWork360. “Oltre le reti: da TelCo a TechCo per costruire il futuro dell’Italia. 5G, Intelligenza Artificiale e Ict: la rivoluzione delle telecomunicazioni è adesso” è il tema di questa edizione, a cui intervengono i rappresentanti delle istituzioni nazionali e internazionali, della politica e dell’industry per fare il punto sull’evoluzione dello scenario e sulle sfide future.

Un nuovo patto tra pubblico e privato

“Io credo che si debba affrontare la questione di un nuovo patto tra pubblico e privato -prosegue Butti – Il modello che abbiamo visto fino ad ora è finito: l’innovazione ci obbliga a rivederlo nella prospettiva di obiettivi comuni. Le Telco fanno business per creare posti di lavoro e utili, mentre allo Stato interessa un discorso più olistico: è necessario che ognuno per il proprio ambito e la propria responsabilità individui i tasselli di un puzzle che alla fine soddisferà tutti”.

“La doppia spesa per una doppia infrastrutturazione è una logica che va superata”, argomenta il sottosegretario, aggiungendo che “Serve regolamentazione agile, a partire dagli investimenti finanziarti con in Pnrr. Anche per questo siamo impegnati a lavorare su pilastri a livello interministeriale, come incentivi fiscali, finanziamenti agevolati per l’innovazione, gli ammortamenti per investimenti in infrastrutture digitali”.

I trend tecnologici

Il Sottosegretario Butti si è poi soffermato sui trend tecnologici che caratterizzano il settore delle telecomunicazioni nell’attuale fase di transizione: “La tecnologia consentirà di ridisegnare l’architettura delle reti e i modelli di business. L’AI è uno dei trend più importanti – spiega Butti – ma ci sono da aggiungere il 6G, l’IoT, l’edge cloud computing, su cui il governo ha presentato un progetto a livello europeo, fino ad arrivare all’integrazione con le reti non terrestri. Sperimentiamo il satellite, che è il futuro nella sua caratteristica di complementarità, e l’Fwa. Proprio per coordinarci su questi temi abbiamo istituito un tavolo per mettere insieme Governo, autorità e operatori”.

La trasformazione e il modello TechCo

Nel suo intervento Butti sottolinea l’importanza del modello techco, che considera “una trasformazione necessaria, trasversale a diversi settori”. “Quello che vogliamo è che ogni stakeholder cessi di guardare soltanto alle proprie competenze ma si metta a disposizione in una logica di filiera – sottolinea – Credo che la politica del prezzo abbia portato a un incasso minore a una minore possibilità di investire in infrastrutture e tecnologie, gli operatori di tlc dovrebbero iniziare a guardare oltre”.

Il clima, rispetto alle sfide che il mondo telco si trova di fronte, è però cambiato nel corso degli ultimi due anni: “Ogni transizione comporta delle sfide – spiega Butti – e credo che oggi queste sfide siano gestibili: rispetto a due anni e mezzo fa c’è un clima diverso e una consapevolezza diversa”. Rispetto a questo scenario ora si tratta di “mettere insieme le energie”: “Ci sono esperimenti che mettono insieme competenze tra telco e techco – sottolinea Butti – E’ terminato il periodo in cui tutti potevano permettersi di guardare esclusivamente al proprio ombelico: o si interagisce con il resto del mondo, grazie anche a modelli di business innovativi o non c’è futuro”.

Le tecnologie più rilevanti

“L’Intelligenza artificiale e quantum sono i motori della transizione – spiega Butti – Ci siamo impegnati a mettere in campo sinergie a livello interministeriale per una strategia che punti a questi ambiti e che sarà presentata nelle prossime settimane, con l’obiettivo di consentire al sistema paese di utilizzare le leve del calcolo quantistico in maniera utile e proattiva”.

“II Quantum è una tecnologia rivoluzionaria, che trasformerà il mondo dell’impresa e il mondo delle tlc – prosegue il sottosegretario – Con il quantum sarà possibile la gestione avanzata delle reti, l’ottimizzazione dello spettro radio, la sicurezza avanzata delle comunicazioni”.

Ma al centro del tavolo con gli operatori i regolatori ci saranno anche temi di primo piano come la crittografia, lo sviluppo delle reti di nuova generazione, come il 6G, fino alle altre nuove frontiere tecnologiche come le reti satellitari quantistiche. “Su questo siamo pronti a discutere e confrontarci con tutti gli operatori interessati”, aggiunge Butti.

L’attività del governo

Durante il suo intervento Butti ha anche fatto il punto sull’attività del Governo nel campo delle telecomunicazioni, citando il potenziamento delle reti di backhaul, del piano delle isole minori in via di estensione, dell’avviso pubblico per la sperimentazione dell’edge cloud computing, e della sperimentazione in Lombardia della connessione via satellite. “E’ pronto l’avviso per il finanziamento di infrastrutture di tlc Das per università e centri di ricerca – aggiunge – che va ad aggiungersi alle iniziative per la connettività sanitaria e stradale per olimpiadi invernali, e al potenziamento del Sinfi”.

L’importanza delle competenze

“Tutte queste cose – conclude Butti – non si mettono in cantiere se non c’è un diverso approccio alle persone, che vanno formate e ascoltate. Stiamo lavorando sui progetti europei per la formazione, per fare in modo di riuscire ad accorciare lo spazio temporale tra la fine della formazione e l’inserimento nella produzione e nel mondo industriale. Puntiamo a sviluppare progetti pilota con player di primo piano del mondo produttivo e dell’innovazione, per fare in modo che la formazione non venga lasciata in secondo piano”.

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