De Julio (Italtel): “Investire in Ict per creare ricchezza”

Secondo l’Ad di Italtel “sostenuti investimenti in Ict consentirebbero di creare nuova occupazione nel settore, falcidiato da lunghi anni di crisi nel nostro Paese: più posti di lavoro in Ict vuol dire inoltre più posti di lavoro altamente qualificati e professionali”

Pubblicato il 08 Ott 2009

Che l’Ict costituisca una leva formidabile per la crescita
economica è dimostrato. In Europa negli ultimi dieci anni il
settore Ict ha contribuito per il 25% alla crescita del Pil e per
il 50% agli aumenti di produttività. Ogni euro investito in
banda larga ne produce 10 in termini di attività economica
generale. Non c’è dubbio che il settore Ict, e la banda larga
in particolare, sia quello su cui vanno concentrati gli sforzi
per uscire dalla crisi e gettare le basi per una sostenuta e
sostenibile crescita futura che sia saldamente ancorata
all’ammodernamento e all’incremento di competitività
dell’azienda Italia. Ma accanto a queste certezze bisogna
sottolineare con forza un altro dato di fatto: lo Stato, a
livello centrale e periferico, deve finalmente assumere il ruolo
di assoluto protagonista negli investimenti in Ict e in banda
larga in particolare. Si tratta di investimenti infrastrutturali
a lungo termine, il cui ritorno è differito nel tempo e non è
misurabile solo in termini monetari, ma in termini di avanzamento
sociale, di aumento di competitività dell’intero Paese e di
tutti i settori produttivi, di fondamentale contributo alla
creazione di capitale umano, di recupero di efficienza della
pubblica amministrazione.

Sostenuti investimenti in Ict consentirebbero di creare nuova
occupazione nel settore, falcidiato da lunghi anni di crisi nel
nostro Paese: più posti di lavoro in Ict vuol dire inoltre più
posti di lavoro altamente qualificati e professionali.Nei
principali Paesi, Stati Uniti, Giappone, Cina, le più avanzate
economie europee, sono state adottate politiche per la crescita
dell’Ict e la penetrazione capillare della banda larga molto
diverse tra loro, ma tutte con un denominatore comune: un forte
sostegno della mano pubblica agli investimenti.In Italia, lo
stallo decisionale che sta ritardando lo sblocco dei pur
insufficienti investimenti annunciati per la banda larga è un
dato particolarmente negativo. Colmare il ritardo nella
penetrazione della larga banda rispetto agli altri Paesi del G7
è invece una priorità assoluta. In cima alla lista c’è
indubbiamente la concreta attuazione del piano e-Gov 2012, in
particolare nei settori chiave della Sanità e dell’Educazione.

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