Digital Agenda, Kroes: “Paesi Ue in ritardo”

Il primo rapporto della Commissione europea giudica “insoddisfacenti” i progressi compiuti per sviluppare la nuova generazione di servizi superveloci. Realizzato solo il 10% dei piani previsti dalla tabella di marcia

Pubblicato il 14 Giu 2011

Deludono le iniziative europee per implementare la nuova
generazione di servizi Internet super-veloci: la Commissione
europea non è soddisfatta dei risultati ottenuti dalle nazioni Ue
in vista degli obiettivi della Digital Agenda che, come noto, vuole
portare la connessione di banda larga “di base" a tutti i
cittadini europei entro il 2013 e a far sì che, entro il 2020,
tutti abbiano accesso a Internet a velocità di 30 Mbps o superiori
(con un 50% che dovrà connettersi a 100 Mbps).

La Commissione ha pubblicato la prima relazione sul progresso della
Digital Agenda e riconosce che sono stati compiuti importanti passi
in avanti in diverse aree, in particolare nella "banda larga
di base", che sempre più spesso raggiunge anche le località
remote. In più, il 65% della popolazione dell'Ue usa
regolarmente Internet, contro il 60% dello scorso anno: ora siamo
solo a un 10% di distanza dall'obiettivo del 75% fissato per il
2015. Tuttavia, il 40% delle famiglie non dispone ancora di una
connessione broadband.

La Vp della Digital Agenda, Neelie Kroes, sottolinea: "Un anno
dopo il lancio dell’Agenda digitale noto dei passi in avanti, ma
gli Stati membri, l'industria, la società civile e la
Commissione devono impegnarsi di più se si vuole beneficiare al
massimo del potenziale dell'Agenda, ovvero mantenere alta la
competitività europea, stimolare l'innovazione e la creazione
di posti di lavoro e produrre ricchezza. Invito tutti a considerare
l'enorme beneficio a lungo termine di un’azione tempestiva,
soprattutto per quanto riguarda la banda larga
super-veloce".

Nel complesso, nonostante alcuni buoni progressi, solo il 10% delle
azioni previste dalla Digital Agenda sono state completate, mentre
l'80% sono in via di attuazione e il restante 10% è in
ritardo. L’agenda fissa 13 obiettivi chiave, ma
"l’implementazione e adozione della banda larga super-veloce
è ancora bassa", lamenta la Kroes: solo il 5% di tutte le
linee fisse offre velocità di 30 Mbps o superiori. Ci sono in
particolare dei settori dove i Paesi Ue procedono a rilento: oltre
alle connessioni veloci anche il roaming agli stessi prezzi
nazionali, gli acquisti online cross-border da parte dei cittadini
Ue, l’uso di canali di vendita online da parte delle pmi, il
potenziamento degli investimenti pubblici in ricerca e sviluppo
nelle Ict.

Il report afferma anche che la sostenibilità dell'attuale
tasso di crescita annuo di quasi il 50% nelle linee di accesso di
nuova generazione "non è ancora garantita". Tuttavia la
Commissione non si dice sorpresa dei rallentamenti che i Paesi
membri incontrano sulla strada verso i nuovi servizi digitali,
sottolineando che esistono a volte ostacoli di natura regolatoria e
economica che richiedono tempo per essere superati.

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