Assoprovider e Aotec uniscono le forze per promuovere una regolamentazione digitale e delle telecomunicazioni europea più avanzata, equa e inclusiva. Le due associazioni, che rappresentano le pmi del settore rispettivamente in Italia e in Spagna, hanno infatti sottoscritto un accordo quadro per rafforzare la voce degli operatori locali e condividere esperienze e conoscenze.
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Una collaborazione strategica “in un momento cruciale”
Si tratta, si legge in una nota, di una vera e propria collaborazione strategica, che si innesta su un’esperienza di oltre vent’anni nella rappresentanza degli operatori di prossimità. Le due associazioni riconoscono il ruolo centrale delle piccole e medie imprese delle Tlc non solo rispetto alla crescita del comparto, ma anche nell’ottica di superare il digital divide, soprattutto nelle aree interne e nei centri minori.
La presidente di Assoprovider, Antonella Oliviero, e il presidente di Aotec, Antonio García Vidal, hanno siglato l’accordo in quello che viene definito dalle due federazioni “un momento cruciale per il futuro delle reti in Europa”. I reparti tecnici e giuridici delle due realtà hanno già avviato una collaborazione concreta, partecipando alla consultazione europea sulla futura Legge sulle Reti Digitali (Digital Networks Act, Dna), che la Commissione europea intende trasformare in proposta legislativa entro la fine del 2025.
Oliviero e García Vidal hanno sottolineato l’importanza dell’alleanza per dare maggiore visibilità e rappresentanza agli operatori di vicinanza presso le istituzioni europee, affinché possano contribuire attivamente ai processi di definizione delle nuove politiche del settore. A rafforzare la posizione di Aotec, anche la sua adesione ad Elfa, l’Alleanza europea degli operatori locali in fibra.
Le due associazioni condividono la visione dell’operatore locale come elemento chiave della tessitura territoriale, capace di portare connettività, occupazione e sviluppo, abbattendo le disuguaglianze digitali tra le grandi città e le aree meno servite. L’accordo consentirà inoltre lo scambio di buone pratiche, competenze tecniche e gestionali, con l’obiettivo di potenziare la competitività degli associati.
Il punto di vista di Assoprovider sul Digital Networks Act
Ma come viene giudicato il nuovo impianto regolatorio dai piccoli operatori? In generale, le proposte del Digital Networks Act sono considerate da Assoprovider utili per rafforzare la competitività dell’Unione europea nel panorama digitale globale. “Assoprovider auspica che l’approvazione del Dna possa tradursi in un quadro normativo più chiaro e prevedibile di quello attuale”, aveva comunicato ufficialmente la scorsa settimana l’associazione che, nel commentare la proposta della Commissione, ha ribadito la necessità di favorire “un ecosistema digitale dinamico e capace di attrarre gli investimenti necessari per lo sviluppo del mercato delle comunicazioni elettroniche”.
L’associazione auspica anche un reale consolidamento legislativo: “il Dna potrebbe unire vari strumenti legislativi direttamente correlati, tra cui il Codice delle comunicazioni elettroniche, il regolamento Berec, il regolamento sull’Internet aperta e il programma sulla politica dello spettro radio”.
Si tratta quindi un sì con qualche riserva quello espresso da Assoprovider, secondo cui la concreta attuazione delle disposizioni previste produrrebbe benefici significativi per i principali stakeholder – gli utenti e gli operatori del settore – in particolare grazie alla promozione del mercato unico digitale.
Al tempo stesso, esistono alcuni punti critici: il Dna rischia di favorire gli incumbent e la concentrazione di mercato a scapito dei piccoli operatori. Perciò si dovrebbero “preservare e rafforzare gli obblighi specifici per gli incumbent di offrire accesso wholesale alle loro infrastrutture (fibra, cavidotti, rame ecc.) a condizioni eque, ragionevoli e non discriminatorie”.
Al fine di tutelare i piccoli operatori “è fondamentale che le future normative e la loro applicazione mantengano un forte equilibrio tra l’incentivo (pubblico) agli investimenti nelle reti e la garanzia di una concorrenza equa e di un accesso non discriminatorio”, ha puntualizzato l’associazione.
Per proteggere i piccoli operatori il Dna, quindi, “deve concentrarsi sul mantenimento di regole precise su wholesale access: anche se la regolamentazione generale dovesse essere alleggerita, è cruciale preservare e rafforzare gli obblighi specifici per gli incumbent di offrire accesso wholesale alle loro infrastrutture (fibra, cavidotti, rame ecc.) a condizioni eque, ragionevoli e non discriminatorie. Questo deve valere per l’accesso ai vari livelli della rete, per consentire anche ai piccoli operatori di offrire servizi competitivi”.
Anche su questi aspetti vigilerà il nuovo gruppo di lavoro nato dalla collaborazione tra Assoprovider e Aotec.
Chi sono Assoprovider e Aotec
Assoprovider, fondata nel 1999, rappresenta oggi 173 piccole e medie imprese italiane che operano nel settore delle telecomunicazioni. Gli operatori associati si contraddistinguono per la vicinanza ai territori e la capacità di offrire servizi personalizzati, tempestivi e affidabili, specialmente nelle aree marginali e nei piccoli centri.
Aotec, fondata nel 2002, riunisce oltre 150 operatori locali e neutri delle telecomunicazioni, che hanno contribuito a rendere la Spagna uno dei paesi con la maggiore penetrazione della fibra ottica nell’Ocse. L’associazione rappresenta il settore presso le istituzioni pubbliche e offre strumenti per migliorare la competitività dei propri associati.