Il Digital Networks Act (DNA), la cui approvazione è prevista per la fine dell’anno, si prepara a rivoluzionare l’architettura regolatoria del mercato delle comunicazioni elettroniche in Europa, prevedendo il superamento del Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche del 2018 (CECE).
La proposta della Commissione Europea, che punta alla creazione di un Single Market delle reti digitali, più coeso e resiliente, riapre un tema strategico: il consolidamento tra operatori TLC. Un settore finora ostacolato da rigidità normative, approcci antitrust particolarmente cauti e una persistente frammentazione a livello nazionale potrebbe finalmente assistere a un cambio di paradigma.
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Il panorama attuale delle telecomunicazioni in Europa
L’Europa delle telecomunicazioni presenta oggi un panorama industriale dispersivo: oltre 100 operatori distribuiti tra 27 Stati membri, una struttura che nel tempo ha eroso la capacità di investimento infrastrutturale. È proprio a causa di tale dispersione che gli operatori spingono per un intervento normativo volto a facilitare la realizzazione di operazioni M&A che siano anche strategicamente sostenibili.
Le misure proposte dal Digital Networks Act
La bozza del DNA prevede alcuni punti nodali che, ove confermati, potrebbero davvero accelerare il processo di consolidamento a livello nazionale e transfrontaliero:
- Regime autorizzatorio unico: viene introdotto un regime unico a livello europeo che supera le attuali barriere regolatorie tra Stati membri. L’intento è chiaro, semplificare le operazioni transfrontaliere evitando che adempimenti simili vengano realizzati presso diverse autorità nazionali. Se il regime autorizzatorio unico verrà implementato efficacemente, ciò rappresenterebbe un vantaggio significativo per le imprese che forniscono servizi in più Paesi.
- Criteri di valutazione estesi: entrano in gioco fattori strategici come la sostenibilità economico-finanziaria degli operatori, la capacità di investimento e l’interesse generale dell’UE.
- Incentivi ai co-investimenti: viene dato spazio a modelli cooperativi e infrastrutture condivise, con una particolare attenzione alle architetture “wholesale only” già previste dal CECE.
Il nuovo quadro normativo andrebbe a ridurre i tempi e alleggerire la complessità legale delle operazioni M&A cross-border, favorendo il rilancio delle operazioni di consolidamento, soprattutto in un settore dove i mercati sono saturi, il ricavo medio per utente (ARPU) non cresce più e la concorrenza spietata frena la crescita.
Le preoccupazioni degli enti regolatori
Non tutti però guardano ai contenuti del DNA con entusiasmo. Il Berec (l’Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche, un’agenzia dell’UE), con il parere pubblicato l’11 luglio 2025, ha lanciato l’allarme: il consolidamento rischia di compromettere la concorrenza effettiva e comportare rischi per la qualità del servizio, con possibile danno (o comunque mancanza di benefici chiari) per i consumatori.
L’approccio della Commissione Europea al consolidamento
Un approccio più pragmatico è stato seguito dalla Direzione Generale della Concorrenza della Commissione Europea, una delle direzioni generali della Commissione Europea. La fusione tra Orange e MásMóvil, approvata nel 2024, è emblematica: il consolidamento può aumentare le economie di scala, l’efficienza e le capacità di investimento.
Approcci differenti tra BEREC e la Direzione Generale della Concorrenza
Oggi, uno dei principali ostacoli al DNA è la diversità di approccio tra BEREC e Direzione Generale della Concorrenza. Mentre la Commissione Europea promuove il consolidamento come strumento di politica industriale, le autorità regolatorie sono più caute. Ciò è dovuto al timore che possa influenzare negativamente la concorrenza e, di conseguenza, danneggiare i consumatori.
Il nodo da sciogliere: l’allineamento delle autorità
Il conflitto istituzionale è uno dei nodi da sciogliere per evitare che gli effetti del DNA siano vanificati prima ancora della sua implementazione. Pertanto, è fondamentale che le diverse autorità coinvolte si allineino per orientare la regolazione del settore verso obiettivi comuni e comunitari.
Il futuro delle TLC in Europa
In conclusione, l’attuazione del Digital Networks Act è il concreto tentativo dell’UE di armonizzare le politiche industriali e della concorrenza nel settore delle comunicazioni elettroniche. Il successo dipenderà dalla capacità delle istituzioni di combinare le esigenze commerciali e le necessità di rafforzamento industriale.
Non vi è solo in gioco il futuro degli operatori TLC, ma anche la possibilità per l’Europa di dotarsi di infrastrutture digitali all’avanguardia, fondamentali per la competitività della prossima generazione industriale. Il consolidamento, che è stato ostacolato dalle barriere burocratiche, potrebbe rivelarsi un passo importante verso un’Europa digitale finalmente integrata.