IL CDM

Ecco il piano ultrabroadband. Renzi: “Abc dello sviluppo del Paese”

In campo 6 miliardi di risorse pubbliche per garantire la connettività a 100 Mb all’85% della popolazione al 2020, oltre gli obiettivi Ue. Il territorio diviso in 4 cluster. Neutralità tecnologica: agli operatori la scelta delle infrastrutture più adatte. Incentivi fiscali per il “salto di qualità tecnologico”. Leggi ad hoc per i voucher per la fibra e il servizio digitale universale

Pubblicato il 03 Mar 2015

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“Il futuro del Paese passa dalla banda ultralarga che è l’abc, il nuovo alfabeto dell’innovazione e dello sviluppo”: così il premier Matteo Renzi commenta l’approvazione del Piano ultrabroadband e del Crescita digitale 2014-2020 da parte del Consiglio dei Ministri.

Il governo ha messo sul piatto risorse pubbliche per 6 miliardi ( a cui si sommano i fondi collegati del Piano Juncker) con l’obiettivo di superare gli obiettivi indicati dall’Agenda digitale europea: si punta infatti ad arrivare al 2020 con l’85% della popolazione raggiunta da connessioni a 100 Mb (il piano europeo fissa la soglia del 50% della popolazione) e connessioni a 30 Mb per tutta la popolazione. “E’ la prima volta che l’Italia si dota di un piano che mette insieme diversi ministeri, fondi europei, fondi regionali e fondi privati”, sottlinea il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Graziano Delrio. “Un mix e un tentativo di mettere a unità una serie di competenze e risorse in un quadro strategico che permetta questo paese finalmente di fare la sua rivoluzione digitale, e raggiungere gli obiettivi dell’Agenda europea”.

Da parte sua il ministro allo Sviluppo economico Federica Guidi puntualizza che “si tratta di un piano organico che per la prima volta semplifica anche le autorizzazioni per la posa della fibra”. Ed evidenzia “l’effetto moltiplicatore” delle risorse messe in campo. Ai 6 miliardi di fondi pubblici si aggiungeranno i 2 miliardi delle telco – in base ai piani di investimento già annunciati. E il governo spera di riuscire a “sollecitare” le imprese a
investire ulteriori 4 miliardi.

In dettaglio il piano prevede una suddivisione del territorio per lotti: 4 i cluster che saranno sottoposti a strumenti di agevolazione e partenariato pubblico privato”. Il tutto garantendo la neutralità tecnologica: “La scelta – spiega Delrio – e’ quella di lasciare al mercato e agli operatori la scelta della tecnologia piu’ efficiente e modulando il sostegno pubblico”.

Il piano prevede: agevolazioni tese ad abbassare le barriere di costo di implementazione, semplificando e riducendo gli oneri amministrativi; coordinamento nella gestione del sottosuolo attraverso l’istituzione di un Catasto del sotto e sopra suolo che garantisca il monitoraggio degli interventi e il miglior utilizzo delle infrastrutture esistenti; adeguamento agli altri Paesi europei dei limiti in materia di elettromagnetismo; incentivi fiscali e credito a tassi agevolati nelle aree più redditizie per promuovere il “salto di qualità”; incentivi pubblici per investire nelle aree marginali; realizzazione diretta di infrastrutture pubbliche nelle aree a fallimento di mercato.

La soluzione individuata dalla Strategia è quella di un sistema articolato di nuove regole, che accompagni alla migrazione, progressiva e concordata, verso la nuova rete in fibra ottica. Una serie di misure ad hoc verranno inserite in un provvedimento specifico: il “servizio digitale universale”; un fondo di garanzia; voucher di accompagnamento alla migrazione verso la fibra ottica; convergenza di prezzo per i collegamenti in fibra ottica realizzati con sovvenzioni statali, al prezzo dei collegamenti in rame.

Parallelamente alla creazione delle infrastrutture digitali, attraverso la Strategia per la Crescita Digitale, “il Governo intende stimolare la creazione e l’offerta di servizi che ne rendano appetibile l’utilizzo e la sottoscrizione di abbonamenti in ultrabroadband”, si legge nella nota del Cdm.

“E’ una strategia che punta alla crescita digitale di cittadini e imprese, anche utilizzando le leve pubbliche. Integrerà in modo sussidiario quanto realizzato o in fase di realizzazione sia nel settore pubblico, sia nel settore privato e, deve realizzarsi una piena sinergia con altre strategie pubbliche in essere, sia di pertinenza del governo nazionale sia di competenza regionale, per mettere utilmente “a sistema” obiettivi, processi e risultati”, continua la nota.

Numerosi gli obiettivi del Crescita digitale fra cui l’ obbligo dello switch-off nella Pubblica Amministrazione: digital First, con il superamento della tipologia tradizionale di fruizione dei servizi al cittadino; percorso di centralizzazione della programmazione e della spesa, monitoraggio delle modalità e tempistiche.

Si prevedono anche: un nuovo approccio architetturale basato su logiche aperte, standards, interoperabilità e architetture flessibili, user-centered; trasparenza e condivisione dei dati pubblici (dati.gov.it); nuovi modelli di Partnership Pubblico/Privato; coordinamento di tutti gli interventi di trasformazione digitale; diffusione di cultura digitale e lo sviluppo di competenze digitali in imprese e cittadini; un approccio architetturale basato su logiche aperte e standard, che garantiscano accessibilità e massima interoperabilità di dati e servizi; soluzioni volte a stimolare la riduzione dei costi e migliorare la qualità dei servizi, contemplando meccanismi di remunerazione anche capaci di stimolare i fornitori a perseguire forme sempre più innovative di erogazione/fruizione dei servizi; progressiva adozione di Modelli Cloud; innalzamento dei livelli di affidabilità e sicurezza.

Tra le azioni infrastrutturali “cross”, che la Strategia si pone: Servizio Pubblico d’Identità Digitale (SPID) per un accesso sicuro e protetto ai servizi digitali; Digital Security per la PA per tutelare la privacy, l’integrità e la continuità dei servizi della PA; Centralizzazione e programmazione della spesa/ investimenti reingegnerizzazione e virtualizzazione dei servizi in logica cloud con conseguente progressiva razionalizzazione datacenter.; Sistema Pubblico di Connettività linee guida, regole tecniche e infrastrutture per garantire la connettività e l’interoperabilità Wifi negli uffici pubblici e nelle scuole/ospedali, in sinergia con il piano nazionale banda ultralarga massimizzando la copertura a 100 mbps e garantendo almeno 30 mbps nelle aree più marginali.

La Piattaforma Italia Log In – si legge ancora sul documento – è destinata ad essere la “casa” del cittadino su Internet. Si crea un’unica piattaforma, ove apre i suoi dati e offre e riprogetta i servizi a disposizione delle imprese e dei cittadini. Il sistema è pensato come una struttura aperta dove i vari attori della Pubblica Amministrazione contribuiscono per la propria area di competenza. Ogni cittadino con la propria identità digitale ha tutte le informazioni e servizi che lo riguardano.

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