Ecta: reti aperte, no a un monopolio bis

Co-investimento nei network per garantire la concorrenza

Pubblicato il 21 Giu 2010

La recente adozione dell’Agenda Digitale Europea è un’ottima
notizia per l’industria continentale Ict ed in particolare per
gli operatori competitivi e pan-europei. Il documento conferma
l’impegno della Commissione Ue a perseguire l’obiettivo di un
mercato unico dei servizi di comunicazione elettronica e digitali,
nonché di incoraggiare investimenti per le infrastrutture a banda
larga e ad alta velocità, in un contesto aperto e competitivo.
Consumatori ed imprese potranno accedere ad un mercato europeo
integrato e beneficiare di un’ampia scelta di servizi innovativi,
con tariffe vantaggiose e a velocità di connessione più
elevate.

Ma per raggiungere tali obiettivi occorrerà valersi di un quadro
regolamentare coerente ed uniforme, che superi frammentazioni e
particolarità nazionali. Proprio per questo l’Agenda Digitale
individua, tra le azioni prioritarie della Commissione, quella di
assicurare un’applicazione rigorosa ed armonizzata del quadro
regolamentare recentemente riformato.

L’azione della Commissione sarà decisiva per assicurare che i
principi di concorrenza e di sviluppo economico, in particolare
l’obbligo di non discriminazione e l’accesso alle
infrastrutture essenziali, siano applicati in maniera uniforme in
Europa. Nell’ambito dell’Agenda appaiono molto significative le
previste azioni della Commissione volte a rinforzare e
razionalizzare il finanziamento del broadband, a promuovere una
politica europea dello spettro nonché a emettere nuove regole in
tema Ngn.

La question Ngn assume un ruolo centrale, poiché senza piattaforme
efficienti e tecnologicamente avanzate servizi ed economia digitali
avranno difficoltà a svilupparsi. L’Agenda individua la
relazione virtuosa tra reti e servizi/contenuti, evidenziando la
necessità di stimolare l’ampiamento delle reti broadband ed in
particolare il roll-out di quelle ad alta velocità. Vengono
indicate come prioritarie le azioni volte a creare incentivi agli
investimenti privati, supportati, quando necessario,
dall’intervento pubblico. È significativo, però, come
l’Agenda sottolinei la necessità che le infrastrutture di rete
siano mantenute aperte e competitive e che si eviti una deriva
verso la rimonopolizzazione.

Sarà dunque cruciale il ruolo, la coerenza e l’efficacia della
regolamentazione settoriale. Il tema è estremamente attuale, visto
che il trattamento delle reti Ngn ha suscitato un forte dibattito
politico nel corso del processo di revisione del quadro
regolamentare europeo, formalmente completato nel dicembre del
2009. La Commissione è stata impegnata oltre un anno alla stesura
della Raccomandazione, un atto di estrema importanza sotto due
distinti profili: da un lato si mira a uniformare l’approccio
regolamentare alle reti Ngn fino ad ora contraddistinto da vie
nazionali diverse ed inconciliabili; dall’altro si vogliono
promuovere le best practice regolamentari al fine di facilitare ed
agevolare gli investimenti in infrastrutture. Il tutto
nell’ambito dei principi fondamentali fissati dalla riforma del
quadro regolamentare, che prevede, inter alia, la salvaguardia dei
principi di concorrenza e non discriminazione.

Particolare rilievo assumono gli accordi di cooperazione e
coinvestimento per l’installazione di reti in fibra ottica. Il
nuovo quadro regolamentare ha previsto la possibilità di
addivenire a tali accordi per far fronte alla scarsità di risorse
finanziarie dei singoli operatori e per ripartire il rischio tra
essi, ma ha ribadito come tali strumenti debbano essere utilizzati
compatibilmente con i principi di concorrenza. Il testo della
raccomandazione sull’Nga ha conosciuto varie oscillazioni,
poiché nelle prime stesure era prevalsa la tesi che accordi di
cooperazione fra operatori potessero essere premiati con una
sostanziale deregolamentazione dell’area interessata
dall’investimento annunciato.

In un secondo momento è pero emersa una posizione più pragmatica,
con la Commissione che, elaborando le possibiliti iniziative di
investimento congiunto ha subordinato all’analisi economica delle
autorità nazionali la decisione se deregolamentare il mercato o
singole zone geografiche.

Si tratta di un approccio corretto, mirante a premiare trend
competitivi reali e non semplici teoremi o, peggio, pressioni
politiche pro-operatore dominante. Se la versione finale della
raccomandazione Nga rispetterà tale impostazione, l’Agenda
Digitale disporrà dello strumento adatto per decollare.

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