DECRETO CRESCITA 2.0

Elettrosmog, bocciato emendamento stringi-limite

Non passa al Senato la modifica richiesta da Vincenzo Vita (Pd) che chiedeva paletti più severi nella misurazione dei campi elettromagnetici contenuta nel Dl

Pubblicato il 29 Nov 2012

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Bocciato oggi in Senato l’emendamento presentato dal senatore Vincenzo Vita (Pd) per abrogare l’articolo 14 del decreto Crescita 2.0, che prevede la modifica dei tempi di rilevamento dei campi elettromagnetici. Lo comunica il senatore su Twitter.

L’emendamento passato oggi all’esame del Senato era destinato a bocciare la modifica dei limiti attuali per misurare i campi elettromagnetici introdotta le Dl. La nuova legge prevederebbe il passaggio delle rilevazioni dalla durata attuale di 6 minuti alle 24 ore proposte nell’articolo 14 del Dl.

La modifica, caldeggiata dagli operatori, rende meno gravoso il limite italiano sulle emissioni (6 volt al metro, di gran lungo il più basso in Europa). Stabilisce che la media dei valori debba essere calcolata nelle 24 ore, mentre prima la misurazione teneva conto dei sei minuti di maggiore emissione, limite che l’emendamento di cui parla il senatore Vita vorrebbe ripristinare. La media con la revisione prevista dal decreto spalmerebbe la misurazione nell’arco della giornata e quindi le emissioni reali potrebbero essere più vicine al limite di 6 volt al metro (cioè essere solo poco inferiori a questo valore). Con una misurazione basata sui sei minuti di picco, invece, gli operatori sono costretti, per non sforare, a tenersi molto più bassi (circa 4 volte al metro, quindi persino meno rispetto ai già stringenti limiti italiani).

La maggiore elasticità consentirebbe agli operatori di mettere l’Lte sulle antenne già presenti e quindi non solo di ridurre i costi, ma anche di accelerare la copertura.

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