L'INTERVISTA

Ericsson, il capo delle reti Jejdling: “Puntiamo ad aumento marketshare”

Crescita di un punto percentuale all’anno nel mercato dell’accesso Radio. Questo l’ambizioso obiettivo della società svedese che scommette anche sulla Cina. La chiave di volta? Le soluzioni per lo spectrum sharing

Pubblicato il 18 Nov 2019

Fredrik Jejdling

Aumentare di un punto percentuale all’anno la marketshare nelle Reti di Accesso Radio (Ran). È questo l’obiettivo di Ericsson, “un obiettivo ambizioso ma che saremo in grado di raggiungere”, annuncia in un’intervista esclusiva a Corcom Fredrik Jejdling, numero uno delle Reti di Ericsson.

La partita 5G vale oro per l’azienda svedese che ha messo in campo ingenti investimenti e che ha già messo a segno importanti risultati battendo sul tempo gli altri vendor nell’accensione delle reti di quinta generazione mobile. “Ericsson vanta al momento 75 accordi commerciali, 23 reti live 5G in 14 Paesi e siamo stati i primi con reti live commerciali in tutti e quattro i Continenti (America, Asia, Europa e Oceania, ndr). Di fatto è il numero più elevato di reti commerciali per regione”. Ed è sulla Cina, in particolare, che l’operatore svedese punta ad accrescere maggiormente la propria presenza: “E’ il nostro secondo mercato dopo il Nord America e abbiamo tutta una serie di progetti in cantiere per espanderci lavorando con tutte le compagnie di telecomunicazioni”.

Jejdling, gli obiettivi sono sfidanti. Su cosa state puntando per battere i competitor?

Il tema non è più solo tecnologico, anche se è necessario continuare a investire nell’evoluzione delle reti. E per questa ragione stiamo investendo nell’intelligenza artificiale e nel machine learning, tecnologie che consentiranno di dotare le reti di performance e funzionalità inedite. Il tema, però, non è solo tecnologico. Tutti i vendor sono impegnati nell’innovazione, ma quel che farà davvero la differenza sarà la capacità di offrire alle telco soluzioni in grado di abbattere i costi operativi e migliorare l’efficienza.

E come si ottiene questo risultato?

Bisogna partire dallo spettro, una risorsa scarsa e molto costosa. Dunque bisogna massimizzare i ritorni nel breve periodo. La chiave di volta è rappresentata dallo spectrum sharing: lo spettro è condiviso dinamicamente tra le frequenze 4G e 5G in base alla domanda di traffico. Inoltre Ericsson guida l’approccio che utilizza la carrier aggregation per consentire agli operatori una maggiore copertura e una maggiore efficienza. In cosa consiste? Spettri differenti hanno differenti caratteristiche. Le basse bande di frequenza consentono di inviare il segnale più lontano e sono dunque perfette per garantire una copertura estesa. Le bande a media e alta frequenza offrono molta capacità ma soprattutto quelle più alte presentano limiti in termini di copertura. L’aggregazione fra le diverse bande potenzia ed estende dunque la portata del segnale con il risultato di una migliore copertura e una maggiore capacità riducendo la necessità di densificazione dei siti. Che in concreto si traduce in un’efficienza dello spettro maggiore di circa il 15-20%. L’Ericsson Dual-Mode 5G Cloud Core supporta contemporaneamente gli standard dal 2G al 5G. Gli investimenti in infrastrutture vengono dunque automaticamente condivisi tra le tecnologie riducendo i costi per nuovi investimenti  nel 5G. E l’internetworking consente di mantenere un livello di servizio 5G quando si lascia l’area di copertura 5G. Gli operatori non dovranno “spegnere” lo spettro in uso esistente prima di implementare una nuova generazione mobile. Ed è anche per questa ragione che se per “accendere” il 4G ci sono voluti 30 mesi per il lancio del 5G ne sono bastati 9. Inoltre un altro vantaggio competitivo è dato dalla soluzione Ericsson Radio System che è 5G-ready dal 2015. Questo permette agli operatori di passare dal 4G al 5G tramite nuovo software. Ad oggi abbiamo consegnato oltre 4 milioni di stazioni radio base 5G-ready in tutto il mondo.

Dal punto di vista del business delle telco cosa cambia?

Gli operatori di Tlc avranno l’opportunità di valorizzare le loro reti come non mai. Il 5G non è solo un upgrade “generazionale” ma un’opportunità di new business.  Abbiamo costantemente evoluto la nostra strategia di filiera, lavorando a stretto contatto con i nostri clienti. Adattiamo la capacità di produzione alle esigenze dei nostri clienti. Il nostro obiettivo principale è soddisfare al meglio le esigenze specifiche e stiamo lavorando per garantire il pieno supporto per il rapido sviluppo del 5G in tutti i paesi.

Quando parla di new business cosa intende?

Il 5G permetterà ad esempio una maggiore automazione nelle fabbriche intelligenti. E sta emergendo una tendenza a una produzione più distribuita, con la personalizzazione dei prodotti che si avvicina sempre più ai desiderata dei clienti finali. Applichiamo questo concetto per primo alle nostre fabbriche. Stiamo aumentando in modo proattivo la flessibilità della nostra catena di approvvigionamento e lo sviluppo del prodotto per avvicinarci ai clienti e rispondere rapidamente alle esigenze dei diversi mercati geografici e dei clienti locali. Negli ultimi due anni abbiamo investito 500 milioni di corone svedesi negli stabilimenti di Tallinn e di Nanjing. E il nostro investimento diretto nello stabilimento degli Stati Uniti è di circa 100 milioni di dollari.

Last but not least la questione della sicurezza, che tiene banco in questo momento. Come fare a garantirla?

Il tema della sicurezza è intrinseco al 5G, standard su cui tutto l’ecosistema ha lavorato preventivamente affrontando la questione prima ancora che le reti fossero rilasciate. Il 5G è uno standard sicuro “nativo”: è stato progettato per consentire di affrontare situazioni di criticità e per gestirle. Si parla molto di sicurezza del 5G ma la stessa enfasi non viene posta sul wi-fi, utilizzato ormai massicciamente a livello mondiale al punto da rappresentare per molti la modalità preferita di connettività. Dunque è evidente che è necessaria un’adeguata informazione su queste tematiche. Una cosa è certa: il 5G migliorerà la sicurezza delle reti e non il contrario.

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