Esuberi a Teleperformance. Salta il tavolo con i sindacati

L’ad Apollonj Ghetti: “Slc-Cgil e Ugl hanno abbandonato la trattativa istituzionale”. In mattinata sit-in dei dipendenti sotto il ministero del Lavoro contro la delocalizzazione delle commesse in Albania

Pubblicato il 16 Giu 2011

Si è interrotta oggi, durante un incontro al ministero del Lavoro
la trattativa tra Teleperformance e sindacati per la procedura di
mobilità che coinvolge circa 1.500 lavoratori tra le sedi di Roma,
Fiumicino e Taranto. Lo rende noto l'amministratore delegato
dell'azienda in Italia, Lucio Maria Apollonj Ghetti,
sottolineando che "il tavolo istituzionale si è interrotto in
quanto i sindacati Slc-Cgil ed Ugl hanno deciso di abbandonare la
sede della trattativa, a differenza delle sigle Cisl e Uil, con il
pretesto di voler affrontare i temi che affliggono l'intero
settore ad un livello 'politico' in occasione di un
incontro convocato presso il ministero dello Sviluppo Economico il
prossimo 21 Giugno".

L'azienda – si aggiunge nella nota – ha confermato la propria
disponibilità "a individuare strumenti e una soluzione
alternativa ai licenziamenti, e prende atto con rammarico
dell'evidente desiderio di Cgil di voler solo strumentalizzare
la vertenza Teleperformance piuttosto che non interessarsi
concretamente al destino dei lavoratori".

Il manager di Teleperformance, specializzata nel settore dei
servizi di call-center, "conferma la volontà"
dell'azienda a rimanere nel mercato italiano, "prova ne
sono – aggiunge – i 30 milioni di euro d'investimenti
effettuati nell'ultimo anno e mezzo dalla Corporate in
Italia". "Qualunque accordo – si conclude nella nota –
sarà trovato e sottoscritto presso il ministero del Lavoro, dove
un prossimo incontro è stato convocato per la data del 22
Giugno": l'azienda sottolinea che "un'eventuale
soluzione alternativa ai licenziamenti dovrà essere identificata e
sottoscritta entro il 30 giugno, data ultima prevista dalla
procedura di legge".

Sit-in dei dipendenti di Fiumicino al ministero del
Lavoro

Uno striscione con su scritto "1464 licenziamenti a
Teleperformance, soli nell'indifferenza dell'Italia e delle
istituzioni", un altro che recita "Teleperformance
Fiumicino: Alitalia vola in Albania, i lavoratori italiani restano
a terra". Così un gruppo di dipendenti della multinazionale
di call-center ha manifestato oggi sotto la sede del ministero del
Lavoro di via Fornovo a Roma, contro le procedure di mobilità
avviate dall'azienda.

I manifestanti si sono riuniti in presidio sotto il ministero
"in concomitanza – spiegano – con un incontro tra
l'azienda, le parti sociali e il ministero sul futuro dei
lavoratori di Teleperformance".

"Contro la delocalizzazione in Albania vogliamo garanzie
occupazionali vere – ha detto Natascia Treossi, della Slc Cgil di
Roma e Lazio – e non solo ammortizzatori sociali che mettono
un'ipoteca sul nostro futuro. Chiediamo il ritorno delle
commesse dall'Albania in Italia e un piano industriali che
investa nel nostro Paese".

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