Federica Guidi: “All’Europa serve un Rinascimento industriale”

Il ministro dello Sviluppo economico annuncia: “Spingeremo sui finanziamenti alle Pmi e sulla ricerca. E ci occuperemo di rilanciare l’occupazione”

Pubblicato il 12 Mag 2014

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“Dobbiamo avviare un vero e proprio Rinascimento industriale” europeo: lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi durante il Consiglio informale Competitività, tenutosi oggi ad Atene, che ha visto il passaggio di testimone dalla presidenza italiana a quella greca in materia di politica industriale e rilancio della competitività delle imprese manifatturiere europee .

“Ho sottolineato – ha affermato il ministro – le priorità strategiche del semestre di presidenza italiano ormai alle porte: dobbiamo avviare un vero e proprio Rinascimento industriale, in grado di invertire la tendenza alla riduzione della quota del manifatturiero in Europa, scesa negli ultimi anni al 14 per cento del Pil continentale, e che ci è costata la scomparsa di interi settori produttivi e la perdita e di oltre 3 milioni di posti di lavoro”.

“L’Italia – ha proseguito Guidi – insieme ai Paesi Ue “Amici dell’industria”, si è posta l’obiettivo di riportare la manifattura al centro della politica europea: non chiederemo di abbassare il livello di avanguardia mondiale raggiunto dall’Ue nella tutela dell’ambiente, nella sicurezza sui luoghi di lavoro e nelle difesa delle sacrosante esigenze di tutela dei consumatori, ma chiediamo di sottoporre a un’attenta valutazione la sostenibilità industriale delle future decisioni, tenendo in considerazione anche i comportamenti dei nostri principali concorrenti extra-europei e gli scenari a breve termine sui mercati energetici”.

Per la responsabile del dicastero, il semestre italiano “sarà caratterizzato da cambiamenti istituzionali che coinvolgeranno tutti gli organismi comunitari. Cercheremo di tracciare linee di azione che abbiano un concreto effetto operativo a breve termine: la completa realizzazione del Mercato Interno, il finanziamento delle pmi, il sostegno alle industrie energivore, lo stimolo alla ricerca e alla diffusione delle ‘migliori esperienze’, per favorire l’occupazione, soprattutto quella giovanile. Vogliamo che accanto agli ambiziosi obiettivi che ci siamo posti in materia di energia-clima e di sostenibilità fiscale, sia dato adeguato risalto anche a quelli di rilancio industriale che, ricordiamolo, sono stati alla base dell’ideale di Europa e del Trattato di Roma del 1957”.

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