COMMISSIONE UE

Fondi Ue: meno soldi alla banda larga, di più alla ricerca

Accordo di partenariato al rush finale. Meno 440 milioni a broadband e Agenda digitale. I piani delle Regioni non fanno il pieno e il governo corre ai ripari dirottando risorse a R&S

Pubblicato il 29 Ago 2014

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Inferiore di quasi 440 milioni di euro la quota di fondi Ue 2014-2020 assegnati a banda larga e agenda digitale. E’ quanto si evince dall’ultimo draft degli impegni di spesa allegati all’Accordo di Partenariato italiano, il documento che traccia la rotta per l’impiego delle risorse comunitarie nel settennato entrante e in predicato di essere adottato nel mese di settembre. A confermare implicitamente la sforbiciata è stato lo stesso Graziano Delrio, sottosegretario alla presidenza del consiglio con deleghe su coesione territoriale e fondi Ue, in un’intervista rilasciata ieri al Sole 24 Ore.

In chiaro: stando alla tabella finanziaria, che le nostre autorità hanno girato a Bruxelles non più tardi di pochi giorni fa, l’ammontare complessivo di fondi strutturali destinato al digitale scenderebbe a 1,351 miliardi di euro dagli 1.789 contemplati dalle precedenti bozze dell’Accordo. Una cifra, la seconda, su cui diversi addetti ai lavori, anche tra le fila della Commissione, avevano nei mesi scorsi emesso perplessità, ritenendola già troppo sottodimensionata per colmare i consistenti ritardi accumulati dal paese rispetto ai traguardi dell’Agenda Digitale Europea.

Sommando il co-finanziamento nazionale e regionale, la dote di risorse eguale e speculare che ogni stato è chiamato a mettere sul piatto per sbloccare i fondi Ue, la voragine si allargherebbe peraltro a 900 milioni. Quasi un miliardo di euro, dunque, sottratto agli interventi che rientrano nel perimetro dell’Obiettivo Tematico 2, consacrato a “migliorare l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, nonché l’impiego e la qualità delle medesime”. Ieri al Sole 24 Ore Graziano Delrio ha dichiarato: “Per le infrastrutture digitali per portare una banda da 30 mega a tutta la popolazione e una banda da 100 mega al 50% della popolazione vogliamo fare un’azione di sistema che metta insieme 1,3 miliardi di euro di fondi Ue più i fondi Fsc più i fondi privati che aderiranno”. E’ verosimile, quindi, che il sottosegretario si riferisse al totale dei finanziamenti dell’Obiettivo 2 (che comprende oltre alle reti broadband, anche le voci per digitalizzazione della PA e l’alfabetizzazione e inclusione digitale).

I tagli, va sottolineato, non hanno però carattere definitivo. Governo e Commissione Ue stanno ancora negoziando gli ultimi dettagli dell’Accordo di Partenariato. Entrambe le parti, a metà agosto, si erano premurate di ridimensionare pubblicamente (e a ragione) la portata dell’ultima lettera di osservazioni al documento inviata da Bruxelles a Roma, che secondo quanto riportato durante l’estate da alcune testate equivaleva ad una sonora bocciatura e rischiava di fare d’anticamera ad un blocco dei fondi. Il 13 agosto scorso, in un’intervista ad AdnKronos, il portavoce della Commissione europea David Hudson, aveva chiarito che “è impossibile che Roma possa perdere l’intero ammontare del programma”. Sempre ieri Graziano Delrio ha puntualizzato che “le osservazioni fanno parte di un processo dialettico naturale in questa fase delle negoziazioni”.

Ma i margini, sia fisici che temporali, per modifiche dell’ultima ora si stanno pericolosamente restringendo. Il Commissario europeo per le politiche regionali, l’austriaco Johannes Hahn, è risoluto a chiudere la partita degli Accordi di Partenariato nazionali entro la fine di settembre. Al prezzo di chiudere un occhio su eventuali “sbavature”. Secondo fonti comunitarie, la riduzione delle risorse Ue per banda larga e agenda digitale stabilita dal governo avrebbe una motivazione di mera coerenza contabile. Vale a dire risponderebbe all’esigenza di far collimare le previsioni di spesa dell’Accordo con quelle inscritte nei Piani Operativi Regionali (sulle regioni ricade, da ultimo, l’onere di impiegare una fetta maggioritaria delle risorse). I 450 milioni sottratti al digitale sono stati reindirizzati verso altri capitoli, in particolare quello dedicato a Ricerca e Sviluppo. La torta complessiva dei fondi Ue di cui beneficerà l’Italia nel periodo 2014-2020 assomma a 41 miliardi di euro.

Nella lettera di osservazioni di luglio all’Accordo di Partenariato la Commissione europea era tornata a sottolineare l’assenza “di una strategia globale per affrontare le carenze in termini di infrastrutture, contenuti e servizi digitali”, pur avendo nei fatti archiviato buona parte delle critiche al piano espresse in una precedente missiva.

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